Anche a lei abbiamo chiesto delle considerazioni sull'aria che tira: da noi, in Italia, in Europa o chissà dove. Eccole:
"Un certo bullismo politico, per linguaggio e per maniera, assoggetta da tempo la riproduzione della vita sociale. Mentre folle di singoli vengono indottrinate all'odio e all'indifferenza, posponendo il senso del noi all'immenso egocentrismo individuale, il divario sociale aumenta e la forbice si fa man mano più ampia.
L'individualismo, frutto del resto del capitalismo più estremo, in cui il lavoro diviene merce sottoposta a sfruttamento e ad alienazione, in un sistema dominato dalla finanza, si mostra ancora più virulento ed intollerante e pretende di dettare legge sulla società per autocelebrarsi ed autoconservarsi. In questa sorta di segmentazione della comunità, come in un perfetto piano di marketing politico,ogni questione di interesse di parte viene affrontata, in modo disarmonico, con gli stessi portatori d'interesse sfuggendo alla visione generale di “sistema paese”.
Si governa per il mantenimento del consenso elettorale e, lo vediamo anche nel governo dei territori, persino le questioni della comune convivenza, vengono affrontate con i diktat delle ordinanze e dei divieti allontanando la risoluzione dall'analisi profonda che possa affrontare in modo serio il disagio sociale e quello giovanile in particolare. E si rinuncia in nome del decoro alla fruizione di quei beni e quegli spazi che hanno garantito fino ad oggi la condivisione e l'aggregazione. Ecco io credo che occorra ripartire proprio da quegli spazi comuni e dal sentirsi parte di una comunità più ampia, solidale, uniti in una battaglia culturale contro l'individualismo, superare le ragioni e gli interessi personali o di parte, per rimettere al centro la persona, la solidarietà, il pluralismo.
Del resto i valori fondanti della nostra costituzione vanno in questo senso. E oggi sembra che abbiamo dimenticato la profondità di quegli articoli così determinanti per il nostro sviluppo morale ed etico prima, e di nazione poi.
Sono stati fissati i diritti inviolabili dell'uomo ed è stato dato compito alla Repubblica di “rimuovere gli ostacoli (...) che di fatto limitano la libertà e l'eguaglianza dei cittadini”. La stessa Unione Europea nasce a favore della solidarietà tra i popoli e si fa essa essa stessa promotrice della difesa dei diritti umani nel mondo. No, distruggere tutto non può essere la soluzione. La rabbia contro il più debole non può impadronirsi della nostra coscienza. Occorre reagire alla paura, ribellarci all'indifferenza del dolore e della morte e perché quei valori siano ancora rispettati ricominciamo ad essere una comunità."
Grazie Cristina. E anche le tue (di te che stai leggendo) di considerazioni saranno graditissime: quelle autonome o in risposta agli interventi dei concittadini che stiamo interpellando, di cui la Comandi è l'ultima in ordine cronologico. Puoi lasciarle proprio qui, tramite la funzione "commenti" di questo blog, o nelle corrispondenti finestre social.
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