La polemica si è sviluppata su Facebook (toh..). Qualche piccatissima rimostranza (preventiva) da parte di non so bene chi sull'ipotesi tutt'altro che remota che anche quest'anno, per la Via dell'Arte di Gustatus, avremmo assistito a delle proiezioni sulla facciata della bella ma ibernata e al momento non utilissima chiesa di San Giuseppe in via Gioberti. Un pò com'è successo l'anno scorso, quando tra le foto e i video proiettati siamo finiti pure noi come graditissimo saluto da parte degli organizzatori alla nostra visita proprio per documentare l'iniziativa (come poi abbiamo ampiamente fatto) qui, su Orbetellove.
Qualcuno avrebbe espresso le proprie perplessità sull'opportunità di "macchiare", quasi di sporcare un luogo sacro e caro ai devoti che vivono in laguna con immagini non esattamente in sincro con la valenza spirituale dell'edificio.
Premesso che nessuno, deduco, intendesse proiettare le ultime prodezze di Nacho Vidal sulla bella chiesetta dismessa (che per inciso è comunque cara a tutti noi orbetellani, devoti o un po meno devoti), ci si chiede il perchè di tanto furore censorio. Quell'iniziativa si chiama Via dell'Arte, non Via del October Fest. E da che mondo è mondo la Chiesa ha sempre investito grandi energie (e grandi fortune) nell'abbellimento e ornamento artistico dei propri luoghi di culto. Spesso concedendo chance e grande fiducia ad artisti giovani o controversi. O tutt'e due.
Delle due l'una: chi rimbrotta gli organizzatori reputa i nostri piccoli grandi talenti delle arti visive indegni in base a valutazioni e criteri artistici che a noi non sono ben chiari, dato che a tutt'oggi nessuno al di fuori dell'organizzazione ha potuto visionare preventivamente alcunchè (e ci mancherebbe). Oppure, con un bel balzo indietro di qualche manciata di secoli, magari reputa proprio l'arte in sè indegna di essere accostata al concetto di religiosità?
Il putiferio che questa questione ha suscitato è tale che, apprendiamo, qualcuno tra gli organizzatori legittimamente intimidito da tanto furore mistico-censorio, si prende il disturbo di andare a chiedere lumi al parroco del Duomo, don Pietro. Magari sperando in una pacca sulla spalla e un "ma non esageriamo". Niente da fare: giù le zampe (e i proiettori) da San Giuseppe. Don Pietro non solo conferma, ma aggiunge il carico: a tuonare contro le proiezioni blasfeme pare ci si sia messo pure niente popò di meno che il Vescovo di Grosseto, monsignor Agostinelli.
Non è dato sapere cosa il vescovo veda di storto nell'ipotesi che la gente abbia un'occasione in più per volgere lo sguardo verso la facciata di una chiesa, accanto alla quale transiterebbe magari assai più distrattamente. Questa iniziativa è bella. E' bella e basta. E non stiamo parlando di una esposizione di arte contemporanea dove è lecito aspettarsi di tutto compreso qualche bella ciofeca che sta all'arte come io sto alle mignotte thailandesi. Nè stiamo parlando di arti visive permanenti come murales o graffiti. Parliamo di proiezioni, di immagini, di slide, di clip. Che immagino non discostarsi troppo dal contesto: l'arte, la cultura, la gente e l'espressività della nostra gente o perlomeno quei pochi che si cimentano in quel senso, non lo spot Ikea dove i due giovanottoni possono finalmente dormire in un unico, nuovo, fiammante letto a due piazze (ammesso che riescano a montarlo..). Arte. Bellezza. Ingegno dell'uomo. Creatività. Possiamo davvero credere che queste cose spaventino qualcuno?
Difficile a credere. E se però poi così fosse, pazienza. Compito di chiunque svolga un ruolo educativo, di guida, di dottrina, dovrebbe essere quello di avvicinare le persone, specie i giovani, a queste cose: di conciliarli con esse, di approcciarli ad esse. Non di paventargliele come spauracchi (ammesso che farlo fosse servito a qualcosa almeno una, dico una sola volta nel corso della storia..). Sarebbe positivo riconoscere nella Chiesa un prezioso alleato in questo: nella lotta al nulla cosmico che si è mangiato vivo un paio di generazioni, le ultime, da queste parti e non solo. A chi fa comodo una gioventù demotivata, sfavata, che non vuole impantanarsi con l'arte e la cultura? Davvero alla Chiesa fa comodo questo, monsignore? Ci consenta di dubitarne.
In questo paese, in questo momento e a maggior ragione in questo periodo storico, chiunque faccia anche solo un timido sforzo nell'intento di avvicinare la gente al bello, al creativo, al costruttivo, andrebbe ringraziato. Andrebbe degnato di quella pacca sulla spalla di cui sopra. Perciò a dispetto dell'indecifrabile e urticante chiusura di coloro che l'intolleranza la mimetizzano, la camuffano da motivazione religiosa (e questo no che non è affatto "religioso" credo, pur non essendo un esperto in materia..), noi invece ringraziamo gli organizzatori, gli artisti, i fotografi che anche quest'anno aggiungeranno questo tocco, questo input ad un Gustatus che non vorremmo più aziendale di quando già non sia. Li ringraziamo e lo aggiungiamo noi, stavolta, un giù le zampe. Giù le zampe dalle immagini di, che so, Andrea Angione. Sulla NOSTRA bella chiesa.
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