La crisi c'è. Inutile negarlo. Ed è pesantissima. Quello che abbiamo voluto fare è stato solo prendere un gelato e fare due chiacchere con alcuni amici titolari di attività nel centro storico, rivolgendo loro giusto un paio di domande tipo "come stiamo messi co' sta crisi?" e "cosa si potrebbe fare per provare a vivacizzare (diciamo così..) la situazione?" Scremando le risposte da quel poco di comprensibilissimo pudore nella difficoltà che può comportare il dover ammettere con candore"la mia attività è nella merda", cosa che non ti dirà mai nessuno sapendo che poi lo spiattelli su un blog, ecco più o meno cosa ci è stato risposto:
"Certo che c'è crisi!", ci dicono sbigottite anche solo dal sentirsela porre la domanda le belle signore di BABI Calzature e La Banda Bassotti. "Al punto che non ci rimane che sperare nella bella stagione, considerando che ci si è messo pure il tempo a complicarci la vita, negli ultimi mesi. E "quello che ci vuole è che il paese sia pulito, che i servizi siano efficienti, che si organizzino eventi, e questo è importantissimo, perchè gli eventi portano: non portano via!". Ma soprattutto un pizzico di autocritica di categoria: "è necessario essere cordiali, gentilissimi e completamente a disposizione. E diciamocelo, non sempre lo si è.." E chi vuole capire capisca, aggiungiamo noi.
"Si sente tantissimo, la crisi" ci rispondono senza un filo di esitazione all'Ottica Talluto: "e ti dirò di più, non solo in quello che può essere magari lo sfizio di un paio di griffatissimi occhiali da passeggio: ma anche e soprattutto nel settore primario della vista e della sua tutela. E stando così le cose si possono fare tutti gli sforzi del mondo, come stiamo facendo anche con le iniziative targate CCN", chiosano rispondendo alla seconda domanda "ma se i soldi non ci sono c'è poco da fare..". Ahinoi..
E la tesi che si tende a risparmiare non solo sul superfluo ce la confermano al Forno Fratini, dove a regola si va ogni giorno per acquistare il più primario dei beni: il pane. "Innanzi tutto non lo si compra più tutti i giorni. Si è diventati meno schizzinosi sulla freschezza. Va benissimo anche il giorno dopo (ma quando è buono, e qui lo è, aggiungiamo noi, è vero!) e se non va benissimo ce lo facciamo andare". E soprattutto, apprendiamo, si è tornati a quella vecchia, tenera cantilena del "no, me ne dia di meno: sennò m'avanza"..
Vero è che "qua non c'è niente: non ci sono i giovani perchè non c'è niente per loro. Io non verrei qui in vacanza. A fare che?". E concludono strappandoci un sorriso (di disperazione..): "toccherà mettersi in topless, come fanno in alcune attività al nord.." Oddio, non è proprio nei panifici che al nord si mettono in topless, magari. Ma perchè no: si può sempre provare..
"Verranno giorni migliori" ci dice Enzo della Tabaccheria Vizi e Sfizi col suo accomodante fatalismo tutto partenopeo, ma "non serve limitarsi al piagnisteo". Vuoi vedere che a lamentarsi di meno sono proprio loro che di cose superflue ne trattano assai di più? "Voi orbetellani siete adorabili (ok, Enzo: passiamo alle risposte vere..) ma tendete decisamente a piagnucolarvi un po addosso". Chiagne e fotti, come si dice dalle tue parti? Mentre quello che davvero servirebbe è "facce nuove, energie giovani, un totale rinnovamento: in enti e istituzioni". Altro che "lacrime napulitane.."
"Io parlerei di maggiore attenzione nello spendere", ci rispondono così altri due paladini del non strettamente necessario, i "nipoti" del Bar Rossi: "si tende a scegliere di più, a calibrare e far valere i soldi che si spendono. Ma", confermano, "piangersi addosso è inopportuno: vista la situazione generale potrebbe andare pure peggio", scettici anche loro sull'affannarsi eccessivamente a individuare rimedi a livello locale se il problema è più complesso e più globale. "Certo", chiosano "abbiamo delle bellezze naturali incomparabili. Perchè non cominciare finalmente a giocarsele meglio e a puntare su "quel" tipo di turismo, dato che su altri fronti non riusciermo mai a competere?.. E questa merita una riflessione, temiamo..
Attenzione però a chi "imputare" la crisi, in quale direzione guardare per stanare ciò che può esserne la causa
perchè secondo Matteo del Barakà wine bar & restaurant "la crisi la sentiamo indiscutibilmente. Ma quello che realmente ci opprime non è la maggiore parsimonia del pubblico nello spendere. E' che oggi il solo possedere e mandare avanti un'attività significa essere sottoposti ad un vero saccheggio fiscale e pseudo burocratico". E cioè, "la gente potrebbe spendere quanto vuole, ma cosa cambia se poi il grosso dei guadagni se ne va in tasse e balzelli di ogni tipo?". Tempi duri per i troppo onesti? "Si: e temo che gli eventi, le iniziative, che pure male non fanno, siano solo palliativi: è il modo di vendere il "pacchetto Orbetello" che deve essere completamente resettato e sottoposto a upgrade..
Risposta pressochè identica quella che ci sentiamo dare dagli amici della Trattoria l'Ovosodo: "come ristorante non eccessivamente. Alla fine della fiera gli italiani amano mangiare e magari se proprio devono concedersi uno sfizio scelgono quello. Il salasso fiscale invece si che ci manda in crisi: tutti, dal primo all'ultimo. E chi dice il contrario mente sapendo di mentire". O si limita a gabbare il fisco, aggiungiamo noi, sport da sempre praticatissimo sugli italici lidi.. "Si tratta di ottimizzare il turismo: di appurare un planning a medio e lungo raggio, non solo affidandosi al fatale 'speriamo che nel prossimo weekend il tempo sia bello', andandolo a cercare il turismo (e non aspettarlo qua schiacciando un pisolino sulla sedia col sombrero calato sugli occhi) laddove potenzialmente ve ne può essere".
E guarda caso a pensarla esattamente così è anche Livio Bistazzoni, attuale presidente del CCN - Centro Storico di Orbetello che naturalmente proprio in questa veste dovrebbe ben conoscere il polso della situazione, e al quale abbiamo perciò rivolto un paio di domande (quattro, a dire il vero..).
La crisi si fa pesante, Livio: le iniziative del CCN riescono in qualche modo a smuovere la situazione?
"Le iniziative che fino ad oggi hanno dato ottimi risultati sono quelle prettamente commerciali, vedi Lo Sbaracco e il Black Friday. Le altre sono servite per rianimare un centro storico oramai agonizzante."
Cosa potrebbe esser fatto di più e chi dovrebbe farlo?
"Le potenzialità del CCN sono notevoli se riuscissimo a sfruttarle a pieno. Tramite esso si potrebbe fare promozione del territorio, arredo urbano, promozione collettiva delle attività che ne fanno parte, servizi al cliente (vedi parcheggi rosa) e tanto altro ma per arrivare a sfruttarne a pieno le potenzialità bisognerebbe che tutti gli associati si impegnassero più attivamente, e anche l'amministrazione dovrebbe fare la sua parte. Fino ad oggi chi lavora attivamente per il CCN sono in pochi e nonostante tutto abbiamo vinto un bando regionale ( vale a dire finanziamenti) aggiudicandoci il primo posto per l'ottimo progetto presentato, e un bando della camera di commercio che ci ha permesso di accedere a fondi che abbiamo utilizzato per promuovere il territorio attraverso i prodotti tipici."
Spesso si sente dire di mugugni riguardo le iniziative, come se non ci sia mai niente che vada bene più o meno a tutti. Confermi?
"Accontentare tutti non è possibile. Fino ad oggi abbiamo accontentato la maggioranza, è vero anche che abbiamo una minoranza molto.. rumorosa."
Una associazione come il CCN riesce a rendere i commercianti del centro più coesi, o è una battaglia persa?..
"Bè, diciamo che da quando siamo nati abbiamo fatto molti progressi anche se per parlare di coesione c'è ancora molta strada da fare e tanta pazienza. Bisognerebbe imparare a pensare al collettivo e non solo al proprio orticello mentre ancora in alcuni susciti l'interesse solo quando organizzi iniziative che portano un pro diretto."
Grazie presidente.
Ps: nessuno degli interpellati ha menzionato tra le soluzioni papabili qualche ritocchino al ribasso ai prezzi. Sarà davvero così ininfluente?.. A voi l'ardua sentenza.
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