domenica 25 settembre 2011

QUESTIONING Alessandro Ragusa - 29 anni assessore urbanistica, edilizia e politiche giovanili

1- Sei la politica giovane o un giovane in politica?

Ho sempre diffidato di chi si affaccia in politica proclamando di essere il nuovo. La politica per come la intendo io  si articola in due parti fondamentali: idee e linguaggio.  In questo senso mi ritengo un giovane in politica che usa un linguaggio da politica giovane. Cosa significa? Provo a spiegartelo. Oggi nessuno in politica è in grado di avere una idea  complessiva veramente nuova di società. Viaggiamo sulle macerie delle ideologie del '900 stando ben attenti a prenderne le distanze ogni qual volta questo risulti possibile forse piú per convenienza che per convinzione. Certamente non puó dunque essere un giovane ventinovenne della periferia a rappresentare un nuovo orizzonte nazionale ed internazionale. Quello che puó fare un giovane come me- e io spero di farlo- è affrontare le questioni alla sua portata e magari anche quelle fuori dalla sua portata, con un linguaggio nuovo, fresco, spostaneo, non artificiale. Smettere di  parlare con formule giá usurate da burocrate di partito ed ntrodurre nell'agenda politica vocaboli nuovi fino ad ora trascurati, uno su tutti: "noia". Le esigenze della mia generazione non possono essere liquidate con rappresentazioni caricaturali di giovani incontentabili che non sanno apprezzare il valore di quello che hanno. Siamo una generazione annoiata dal fatto che possiamo intravedere molte possibilità ma raggiungerne pochissime. E questo è certo un fatto che solo un giovane in politica che applichi una politica giovane può affrontare.



2- Un politico ha una vita privata. No?

Sì. Fortemente condizionata dal ruolo pubblico, peró. E questo vale per tutto, gestione del tempo, comportamenti, sguardi, battute. L'importante, credo, sia la coerenza. Abbiamo avuto esempi di politici che la mattina erano a cantare con i neocatecumenali il ritornello ripetitivo "Dio c´è", il pomeriggio a sfilare per il family day e la sera festeggiavano con cocaina e prostitute in una camera di albergo. Ecco, io non ho mai professato contro qualcosa che poi ho invece fatto. Questo mi permette ancora di sedermi al bar e farmi qualche bevuta fino a mattina inoltrata senza dovermi nascondere. Anche se la cosa più preoccupante è un'altra. Quando si assumono incarichi pubblici di potere reale (che guarda, magari non è il caso ancora di una amministrazione come quella di Orbetello) si rischia di avere intorno persone che non sono amici bensì conoscenti pronti a sparire nel momento stesso in cui smetti di ricoprire l'incarico pubblico. È una cosa realmente rischiosa perchè il confine fra realtà e finzione è difficilmente individuabile. E questo vale per tutto, rapporti sociali, interpersonali, e perchè no, anche rapporti con l'altro genere.

3- Orbetello ha tante cose belle, ma non..

L'idea di comunitá. La capacità di vivere il paese aldilá della vita personale. Insomma, quanti di noi ormai escono per il corso senza essersi dati prima un appuntamento? Consideriamo l'inverno, non si esce se non c'è un evento a richiamare l'attenzione. Abbiamo vissuto un processo di desocializzazione notevole che sarà duro ricostruire. Ecco cosa manca ad Orbetello, mancano dei luoghi che siano nuovamente volano di aggregazione, che permettano di potenziare la vita comune. L'utlimo baluardo di questo meccanismo, il Corso di Orbetello, sta perdendo anche esso la sua capacità aggregativa. Passa mesi invernali vuoto e non parliamo poi del dopo cena. Ci siamo trasferiti tutti su facebook e un martedì sera di novembre per mandare avanti la chat con 100-200 persone collegate hai bisogno che il tuo PC sia veramente in forma. Immagino se un giorno questo facebook dovesse mancarci. Cosa faremmo? Dove ricostruiremmo il luogo per la nostra vita sociale? Mi piacerebbe, invece di dover curiosare sulle bacheche altrui per raccogliere informazioni, avere un luogo dove incontrare la persona e chiederglielo personalmente. Questi luoghi ad Orbetello ci sono? Decisamente no. Ecco cosa manca per me.

4- a Grosseto S.E.L. chiede di dare un'occhiatina alla questione diritti civili e proprio il PD risponde picche. Binetti, anybody?

Molto probabilmente se avessi aderito fin da subito al PD avrei avuto la vita politica molto più semplice rispetto a quella che vivo in un partito minoritario. Ma se non ho aderito è ovvio che ci siano varie motivazioni, una delle principali è proprio quella dei diritti civili, quindi non mi sorprende il comportamente degli amici del PD. Tuttavia non credo che lo facciano per convinzione. Credo che sia più una conseguenza del collocamento politico del partito. Insomma chi dalla società civile avanza legittime pretese sulla questione in oggetto è una esigua minoranza rispetto al vastissimo panorama del conservatorismo cattolico italiano. Il PD ha esigenze di autosufficienza maggioritaria, non mi sorprende dunque che in molti al suo interno tradiscano quotidianamente le loro convinzioni per guadagnare un più ampio consenso. Questo sfortunatamente è il nuovo cinismo della politica. Ma i leader politici non devono, o almeno non dovrebbero, fare i follower... Se uno è leader deve essere in grado di spiegare alla maggioranza, e possibilmente convincerla, perchè in alcuni casi è giusto e doveroso tutelare le minoranze. In caso contrario è molto semplice far politica, basta stuzzicare un po' la pancia delle persone, guardare dove si indirizzano gli umori più bassi della società, dopodichè agire sulla base di quell'indirizzo. Io continuo a credere che sia la politica a dover indirizzare la società, non viceversa.

5- I giovani orbetellani in 3 aggettivi. E una postilla.

Umani, incarcerati, vivi. Sono umani perchè sono veri, perchè ancora si parlano, fanno gruppo, sorridono e si imbrutiscono quasi allo stesso tempo. Insomma ancora non siamo diventati il sottoprodotto di una società statica nei rapporti umani, finta, che valuta la tua collocazione e il tuo valore sociale in base a pochi attributi, per lo più di solito economici o di dinastia familiare. Ad Orbetello ancora quando si esce per il corso si sta insieme a prescindere. Sono incarcerati perchè per troppo tempo sono stati considerati non come il futuro del nostro paese ma come un fattore complementare inevitabile della situazione attuale. Il paese non si sviluppa per i giovani, ma sono i giovani a doversi adattare allo sviluppo del nostro paese (che per lo più sta diventando un lugo dove facoltosi romani passano vacanze e pensione). Sono vivi perchè quando sono chiamati ad operare, quando si offre loro una possibilità rispondono. Proprio per questo fra poco, come assessorato alle politiche giovanili ho intenzione di convocarli tutti per una grande manifestazione ad Orbetello, dove discutere delle loro (e delle mie, magari anche delle tue no?) necessità, e su come si possa andare avanti insieme.

6- la Cultura. Che parolona..

Recita una canzone di  De Andrè:"per stupire mezz'ora basta un libro di storia io cercai di imparare la Treccani a memoria..." Il rischio è proprio questo. La tendenza è quella - e in questo la sinistra è più colpevole degli altri- di "ridurre" la Cultura solo a discussioni sui massimi sistemi, legittime o meno ma comprensibili a volte solo a pochi. È ovvio invece che la cultura debba trovare necessariamente un nuovo modo per darsi al mondo e rendersi nuovamente appetibile, in particolare in territori come il nostro che non sono muniti delle infrastrutture necessarie per ospitare ed intercettare gli eventi dei grandi circuiti culturali nazionali. Tutto può essere cultura a patto che, come ho detto prima, non si confonda la cultura con eventi chiusi per pochi addetti ai lavori.  L'idea in fondo è semplice, richiamare le generazioni fuggite dal nostro paese ed insieme a quelle rimaste, costruire una cultura nuova. E a chi dice che con la cultura non si mangia rispondo in maniera altrettanto semplice che potrà anche essere vero, ma rimane il fatto che con la cultura si vive.

7- In italia c'è un'intera classe dirigente alla frutta. Ammazzacaffè?

Rischieremmo l'indigestione, certamente. Anche perchè se l'ammazzacaffè è rappresentato da Renzi e dai rottamatori passo direttamente al superalcolico. Dirò una cosa fuori moda. La colpa è di quel maledettissimo periodo chiamato tangentopoli-mani pulite. Fra i vari effetti di quel dramma pubblico c'è stato quello, forse piú grave, di radere al suolo l'idea di partito come luogo di crescita della nuova classe dirigente. Parte rilevante della politica è gestione e conquista del potere, amministrativo quando si governa, intellettuale quando si è dentro i partiti. Ora, nel momento in cui sono venuti meno i partiti strutturati è venuta meno anche quella parte di lotta per la conquista del potere intellettuale che ha anche fortemente indebolito la qualità della politica. Adesso il potere intellettuale è sovrapposto (anzi sottoposto) a quello amministrativo. Insomma i partiti sono in mano agli amministratori. Questo porta inevitabilmente a non avere un eccellente meccanismo di selezione interno che ci restituisce poi un un panorama politico fatto di papponi, escort, igieniste dentali, affaristi e quanto altro. Bada bene, non ho nostalgia del passato, quando i partiti erano vere e proprie strutture militari, anche perchè là c'erano in ballo obiettivi ben più grandi, certo è -ed è un dato di fatto- che la qualità dei dirigenti politici era molto più elevata. Concludo con un esempio, il Partito Comunista in provincia di Grosseto aveva circa 17000 iscritti, capisci bene che diventare segretario di federazione in quei tempi richiedeva abilità notevoli, quello era già un primo metodo di selezione che dava poi una certa sicurezza nell'affidare incarichi amministrativi. Oggi un partito standard non ha più di qualche centinaio di iscritti in tutta la provincia.....

8- Una donna sindaco. a) oh, finalmente. b) oh, no! Un'altra.. c) so fuckin' what?

Andiamo per esclusione. Per quanto riguarda la prima opzione, pur riconoscendo che la politica è un ambiente un tantino maschilista non credo che ormai nel 2011 faccia notizia una donna al vertice, ne abbiamo più di una ed alcune sono anche molto brave. E poi sinceramente, non credo che il genere sia un valore aggiunto in sè. Insomma, non stiamo parlando dell'elezione di un nero in America o di un gay dichiarato nella cattolicissima Italia che testimoniano e testimonierebbero dei notevoli cambi (anzi chiamiamoli progressi) culturali, stiamo parlando della differenza di genere in un Sindaco, che valore aggiunto potrá mai essere?  Per quanto riguarda l'opzione b) vale quanto detto sopra con una aggiunta. Orbetello ha avuto una sola donna Sindaco in precedenza che oltretutto viene ancora per un motivo o per l'altro ricordata con simpatia per aver prodotto un mezzo terremoto politico. Sparigliò i tradizionali assetti di giunta (Partito Comunista- Partito Socialista) realizzando un accordo con la Democrazia Cristiana che eslcudeva i socialisti dal Governo, alla fine i Comunisti si trovarono a governare Orbetello con i Democristiani! Rimarrebbe dunque l'opzione c). Ma non va bene neanche questa. Concludo allora dicendo che avrei preferito che oggi si dicesse: "un giovane Sindaco", ma il mandato democratico ha parlato chiaramente quindi va bene così.

9- Il lavoro. Che parolona..

La cosa simpatica è che riuscivo a rispondere a questa domanda molto più facilmente durante l'esame di fisica  all'universitá quando attaccavo il pippone dicendo che "Il lavoro elementare della forza F associato allo spostamento elementare s è la forma differenziale... bla bla bla".  Quando parlo oggi di lavoro invece parlo della vita delle persone, dello strumento di legittimazione sociale che la società umana si è dato ormai da tempo. Ti diró una cosa, sto elaborando un piano per mettere in campo una azione rivolta ai giovani orbetellani che darà risposte concrete. Si tratta di mettere sù degli "incubatori d'impresa" che certamente potranno offrire possibilità lavorative ai nostri giovani. La cosa bella è che saranno modellati non su una offerta generica ma proprio sulle idee che i giovani ci porteranno. Non ho l'ambizione di poter portare la disoccupazione a zero, ma ho sì l'ambizione di dimostrare che la politica e l'Amministrazione possono essere parte attiva nel processo di costruzione di posti di lavoro senza sfociare nell'assistenzialismo. Spero di poter lanciare il progetto prima della fine dell'anno. L'idea è semplice e parte da un paio di domande che rivolgo a tutti i miei coetani: "Avete una idea geniale? Avete un sogno nel cassetto? Bene, tiratelo fuori, discutiamone, parliamone, mettiamolo in piedi".

10- Orbetello ha tante cose brutte, ma non..

Chi mi intervista sa cosa risponderei se questa non fosse una intervista pubblica...! Parlando seriamente, sarebbe retorico l'elenco di  tutte le bellezze del paese. Diciamo che una delle cose belle di Orbetello è che vive in limbo. Da un lato i continui stimoli della Capitale che riversa stagionalmente su di noi quantità di storie, persone, umori che non hanno nulla a che vedere con un paese di provincia, dall'altro la capacità (o forse l'obbligo) del paese di tornare alla sua dimensione normale negli altri periodi. Ecco, io credo che questo esercizio di ginnastica, se ben realizzato, coniugato con le giuste idee, permetta ad Orbetello di aprirsi orizzonti straordinari che altri paesi di provincia non potrebbero mai sognarsi. Attenzione però, dobbiamo essere capaci di sfruttare questa situazione senza subirla. E poi, lasciami dire l'ultima cosa, Orbetello ha di bello il fatto che due persone riescano ancora a parlarsi a tutto campo senza diffidare l'uno dell'altro. Questa intervista ne è la prova!

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