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lunedì 30 gennaio 2012
Thank you for your visit. Check back soon!
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NOTE
Ubicazione:Orbetello Italy
Orbetello, Italia
"Che bello.. gli amici, una chitarra e lo spinello.."
Loro stessi hanno pubblicato e condiviso quest'immagine sui social network e la cosa ci ha un pò incuriosito. Non viviamo nel nostro mondo di frutta candita e sappiamo benissimo che questo quotidianio ha scoperto l'acqua calda. Però li conosciamo, li frequentiamo: gli amici del web, i ragazzi e le ragazze delle nostre sfilate e foto, e abbiamo voluto sentire loro, senza pronunciarci e senza aqgiungere alcunchè se non correggere i nn (non), xk (perchè), cmq (comunque), e gli svarioni grammaticali. La domanda era semplicissima: secondo te è vero che i giovani toscani fanno un grosso uso di cosiddette "droghe leggere"? E perchè lo fanno?
Per dovere di cronaca dobbiamo solo aggiungere che tantissimi si sono cortesemente ma fermamente rifiutati di rispondere quando li abbiamo informati che il loro nome sarebbe apparso accanto all risposta, adducendo giustificazioni tipo: "conosco troppa gente che lo fa..", "io mi sfondo di canne, non me la sento" etc.
Naturalmente la domanda era a prescindere. Non ci interessava un resoconto delle esperienze personali ma un opinione sulla situazione generale in Toscana e perciò qui da noi. Ma se il tema suggerisce questo atteggiamento un pizzichino omertoso, evidentemente l'argomento è caldo.. E abbiamo solo voluto registrarlo.
(Ps: Dovesse interessare a qualcuno, tranquilli ragazzi: chi scrive è assolutamente favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere. La politiche di repressione non servono a una minchia: le canne se le fanno tutti lo stesso, con la differenza che la criminalità organizzata ringrazia e tanti saluti a casa. Vero Giovanardi?..). Ecco le risposte.
Sveva Bennati
si, secondo me è la verità e ho anche la conferma!
fanno uso di droghe leggere perchè nel momento in cui fumi non pensi a niente, rimani solo con i tuoi pensieri e secondo me non è una cosa molto negativa!
Luca Pianese
Per esperienza personale, mai fatto una canna e manco una sigaretta xk penso di sapermi divertire senza ste cazzate, a manciano si sfondano quasi tutti di canne.Se non so l'unico ci so rimasti altri 2 o 3 che non se le fanno e basta.. Secondo me comunque questo desiderio nasce nei ragazzi con pochi interessi, perchè se penso alla palestra non penso alle canne..gli altri magari non fanno na sega e arrivano a pensà solo a quello!
Mary Silvestru
seccondo me è vero perchè conosco tanti anche di scuola mia che fanno un grosso uso di diverse droghe.. ho pure visto delle persone che si facevano delle canne che se non vedevo con i miei occhi non ci credevo. I giovani si lasciano influenzare tanto dai loro amici, e se fuma uno fa tutto il possibile di convincere gli altri che è una bella cosa!
Ilaria Genova
Purtroppo è la verità, molti ragazzi ormai non sanno più come divertirsi e ricorrono all'uso di droghe leggere. Non sanno apprezzare la semplicità della vita e molti non sanno divertirsi senza.
Michele Lucchetti
Si secondo me è vero. Il motivo per cui lo fanno è semplice, perché si vogliono far vedere. E poi anche perché lo dice il nome: "droga". Quando inizi non riesci più a smettere..
Alina Adam:
Piu o meno si, però ho saputo che Grosseto, Follonica e Marina di Grosseto sono quelle che le usano di piu. Per divertimento.. sensazioni nuove da provare.. e una volta provato qualche volta è difficile smettere. Lo fanno anche per cazzata, per sentirsi fichi, e preferiscono queste droghe alle sigarette.
Eleonora Fazio:
Si lo fanno ..ovviamente non solo in Toscana...ma in tutta Italia e anche oltre...perchè i giovani non hanno più stimoli..la società li sta portando verso una strada chiusa e l'unico modo per fuggire da questa realtà di merda è sognare...e chi non riesce a farlo da solo...si affida a delle sostanze, più o meno invasive, che lo aiutino ad entrare in questo stato trascendentale...lontano dai problemi e dall'insicurezza che la vita offre al giorno d'oggi.
Gaia De Geronimo:
secondo me è possibile che alcuni ragazzi lo fanno! Di certo non tutti .. e forse "grosso uso" è anche una parolona! Alcuni lo faranno perchè magari a loro va di farlo! Gli piace e quindi hanno scelto di farlo! Poi non lo so io non sono nelle loro teste .. Il mio parere è questo!
Simone Bandiera:
Si è vero! E ormai sono in pochi quelli che non ne fanno uso!
Lo fanno all'inizio per farsi grossi nei confronti di quelli che non fumano
e per farsi grossi con quelli piu grandi di loro! Poi però prendono il vizio e non ne escono piu e finiscono per rovinarsi la vita!
Chiara Di Lazzaro:
Si è vero. Perchè secondo loro cosi facendo si credono piu fighi e piu grandi.
Gabriele Masillo:
Che se ne fa un grosso uso si è vero.Secondo me perchè non sanno trovare uno svago, come divertirsi, e alla fine arrivano a farne uso.
Mala:
penso che non siano solo toscani e comunque si, credo in gran parte per abitudine o per farsi notare insomma. Poi però credo che ci siano anche persone che lo fanno perchè gli piace proprio fumare, e altre che lo fanno per anestetizzare magari qualche delusione..
(ma Matteo sa fare anche altro..) DOLCE AI PINOLI: suggerimento di Matteo Matteucci
E già, signora mia. Questo bel giovanottone oltre che a posare per le nostre foto o sfilare nelle nostre sfilate, è anche bravissimo in cucina. E chissà in quale altra stanza..
Matteo lavora al prestigioso San Biagio Relais, perciò il suo suggerimento prendetelo assolutamente per oro colato.
Si mescolano zucchero e uova, come di consueto. Poi al tutto si incorpora il burro che avremo fatto sciogiere, Matteo si raccomanda, a bagnomaria. Pian pianino aggiungiamo la farina che avremo mescolato ben bene con lievito e vanillina. A questo fragrantissimo impasto aggiungiamo due pinoli e a operazione di amalgamento terminata, un pò di pinoli li mettiamo anche sopra. Un tocco finale? Nell'impasto mettete anche qualche goccia di cioccolato. Mhh..
La cottura che Matteo raccomanda è 30 minuti a 180 gradi, ma regolatevi col vostro forno. Allora: Matteo lo prepara con destrezza ma se lo mangia pure con gusto, e gli addominali sono quelli che sono. Perciò tranquille: il dolce è sano e leggero. Matteo non vi vuole di certo tutte ciccia e brufoli. E voi a lui come lo volete: in cucina o in qualche altra stanza?..
Grazie Matteo. (Sei da sposare).
Matteo lavora al prestigioso San Biagio Relais, perciò il suo suggerimento prendetelo assolutamente per oro colato.
Si mescolano zucchero e uova, come di consueto. Poi al tutto si incorpora il burro che avremo fatto sciogiere, Matteo si raccomanda, a bagnomaria. Pian pianino aggiungiamo la farina che avremo mescolato ben bene con lievito e vanillina. A questo fragrantissimo impasto aggiungiamo due pinoli e a operazione di amalgamento terminata, un pò di pinoli li mettiamo anche sopra. Un tocco finale? Nell'impasto mettete anche qualche goccia di cioccolato. Mhh..
La cottura che Matteo raccomanda è 30 minuti a 180 gradi, ma regolatevi col vostro forno. Allora: Matteo lo prepara con destrezza ma se lo mangia pure con gusto, e gli addominali sono quelli che sono. Perciò tranquille: il dolce è sano e leggero. Matteo non vi vuole di certo tutte ciccia e brufoli. E voi a lui come lo volete: in cucina o in qualche altra stanza?..
Grazie Matteo. (Sei da sposare).
MATTEO per Bastogi Sport
I primi arrivi per la prossima stagione (che speriamo arrivi presto), e non abbiamo resistito. A Gemma e Sharon abbiamo chiesto di scegliere per Matteo. E mentre noi ci scaldavamo con un caffè caldissimo, Matteo posava così..
Per saperne di più su Bastogi Sport e i super-sconti ancora in corso, scrivilo nell'apposita finestra-ricerche in alto a sinistra.
Gemma,Sharon e Cristina ti aspettano nel punto vendita di Corso Italia 16-17 e al Bastogi Sport Outlet (TUTTO AL 50% sempre!) in Via Roma a Orbetello! email: info@bastogisport.com tel.0564 860670 fax0564 860670 mob. 334 9109036 www.bastogisport.com
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Abbandonati ai cassonetti come spazzatura. Cerchiamo casa..
Queste meraviglie qualcuno si è preso il disturbo di scaricarle per strada accanto ai cassonetti come rifiuti, il località Marsigliana. Le ragazze di Zampy (O.Scalo, loc. Madonnella) ci dicono che i piccoli meticci sono probabilmente di un incrocio di o anche di cani a caccia, e questo non è davvero uno shock..
Cercano casa. Volevi un cucciolo?..
Il nostro blog dedicato ai mici e a tutti gli amici animali, per chi li ama come noi. Trovi il link nell'apposita finestra "i nostri blog", costola sinistra in alto. E per rimanere più facilmente in contatto anche su Facebook, fan-page Amicimici
Cercano casa. Volevi un cucciolo?..
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e perchè no una sera a teatro..
C'era una bella volontà un pò da parte di tutti, ci dice l'assessore Ragusa, di realizzare una cosa del genere. Certo, il sindaco Paffetti in veste di assessore alla Cultura ha avuto il suo bel perchè, e Francesco Quatraro ha a sua volta seguito e supervisionato la stesura del calendario. Delle belle rappresentazioni teatrali, in pieno centro storico (l'Auditorium è a due passi dal Duomo) e a prezzo che una volta avremmo definito "politico" (6 euro): dopo l'esordio con I Sacchi di Sabbia, attendiamo il 24 febbraio per Tedavi '98 e "Le Grand Cabaret Deluxe", divertentissimo e con ottima musica, il 9 marzo per una cosa di "casa nostra" con La Pullera e la loro "Sargassi (una fiaba lagunare)"; il 23 marzo vai col liscio e I Gatti Mèzzi: spassoso il loro "Lisciami capire tutto in una notte" (lisciami non è un errore grammaticale..). Un nome di grossa risonanza nazionale e non solo in ambito teatro lo vediamo il 6 aprile: Alessandro Benvenuti e "m.m. Me medesimo" un monologo un pò tragico e un pò (molto, deduciamo) comico. Il teatro civile arriva sempre il aprile, stavolta il 27, con le memorie della nostra storia rurale in "Orti Insorti" di Elena Guerrini, e sempre aria di casa nostra nella cosa che chiude il cartellone "Oratorà - alle Forane pioveva a dirotto" sul brigante Tiburzi, fra ballate e ottava rima. Un plauso a chi ha voluto e realizzato l'iniziativa, che auspichiamo avrà un seguito.
E un pro-memoria su dove e come reperire i biglietti: Pro-loco Lagunare, accanto allo stesso auditorium, telefono 0564 860447 - proorbet@overture.it
E un pro-memoria su dove e come reperire i biglietti: Pro-loco Lagunare, accanto allo stesso auditorium, telefono 0564 860447 - proorbet@overture.it
il micio equilibrista..
Al mattino uscendo di casa la prima cosa che vedo è questo micio che fa l'equilibrista. Tanto per iniziare la giornata con la schiena ghiacciata..
mercoledì 25 gennaio 2012
AVANTGARDE - Laguna Trend official hairstyling team - Orbetello
Avantgarde è in Via Calametti 16 - angolo p.zza Eroe dei 2 Mondi a Orbetello tel 0564 867657
Facebook Avantgarde Orbetello
Facebook Avantgarde Orbetello
AVANTGARDE ORBETELLO
domenica 22 gennaio 2012
UNITED COLOURS OF ORBETELLO.
"Ciao, sono Joseph, Giuseppe! Il 30 giugno 2011 trecento neri africani sono stati messi su una barca di pescatori di 17 metri dai soldati di Gheddafi. C'erano famiglie, coppie, 15 neonati e bambini piccoli, 10 donne incinte, e sei vecchi, dalla Nigeria, Ghana, Somalia e Burkina Faso.
Ci hanno portato verso il confine marittimo della Libia e hanno detto di aspettare. Stavamo aspettando le autorità libiche che stavano guardando le previsioni del tempo. Avevamo bisogno di bel tempo per 4 giorni prima che potessimo uscire. Alle 2 di notte nella più completa oscurità ci hanno lasciato andare. Il peschereccio era vecchio, il motore non funzionava correttamente. Uomini di Gheddafi ci hanno dato l'acqua e biscotti secchi. Dieci barche nelle stesse condizioni partivano da Tripoli allo stesso tempo. Siamo stati schiacciati insieme. Nessuno poteva coricarsi. Non c'era spazio neanche per sedersi. Nessuno riusciva a dormire. Per tre notti.
Trecento di noi sapevamo di rischiare la nostra vita. Nessuna vita, nessuna speranza. A volte il mare era calmo. A volte era molto agitato e la barca quasi capovolgeva. La gente vomitava. E piangeva in continuazione. Non c'era il capitano sulla nave. Ma noi non eravamo in grado di guidare la barca. Non sapevamo farla funzionare. Abbiamo dovuto imparare. La cinghia del motore si rompeva e abbiamo dovuto trovare il modo di risolvere il problema, o essere bloccati e morire. Eravamo in mezzo al mare. Nessuno di noi sapeva nuotare. Alcuni di noi avevano acquistato giubbotti di salvataggio all'ultimo minuto, ma abbiamo scoperto che erano difetto
A volte abbiamo visto altre barche e ci gridavano "Italia?" Noi abbiamo urlato "Si" e hanno indicato "Nord", vai in quella direzione. I biscotti erano finiti, e anche l'acqua. Alcune persone bevevano l'acqua di mare. E vomitavano violentemente. Un uomo egiziano è morto. Si è gettato in mare e è annegato. Ho cercato di trattenerlo ma lui mi ha spinto via. Aveva perso ogni speranza di raggiungere terra. Il motore era rotto. Abbiamo pensato di morire tutti. Presto il quarto giorno quando era ancora buio ho visto una luce in lontananza. Lampedusa! Ma io non lo sapevo. La Marina Militare Italiana è arrivata in una barca. Ci hanno detto di abbassare la pressione sul motore. Haa funzionato. Loro hanno telefonato a terra. Dopo, tre barche ufficiali sono arrivate. Due italiani sono saliti a bordo per riparare il motore. Ci hanno detto di seguirli. Siamo salvi!
Quando abbiamo raggiunto Lampedusa i malati, le donne incinte, le madri dei bambini, poi le donne, poi le persone anziane sono state portate via dalla barca prima. I malati hanno ricevuto aiuto. Siamo stati tutti fotografati, ci hanno dato acqua e cibo, abiti puliti e scarpe. Eravamo così felici di essere in una terra sicura, finalmente! Siamo stati messi su un'altra nave quella notte. E portati a un porto e poi sugli autobus per Fivizzano, un piccolo villaggio. E' stato molto bello per noi. Avevamo fatto una festa per noi. Ci siamo fermati due settimane. Allora siamo venuti qui a Orbetello. L'isola della laguna!
Non abbiamo cambiato una virgola di questa straordinaria lettera-testimonianza di Joseph, che Anna Lo Bello di "Uscita di Sicurezza" ci ha dato per farci intendere che dietro ognuno di questi volti c'è una vita, una storia, mai facilissime, nelle quali però non ci intromettiamo. Il viaggio, i perchè, e poi l'esperienza qui ad Orbetello per questi sedici ragazzi (otto coppie) di Ghana, Nigeria, Niger, Chad, ma tutti provenienti dalla Libia, questo si. Di questo abbiamo chiesto. Il loro status è quello di Richiedenti Protezione Internazionale, un rapido corso di italiano appena sbarcati (Anna si rivolge ai ragazzi faticosamente ma con molta pazienza solo in italiano) poi un altro, della Regione Toscana, ma certo la lingua è un ostacolo. Sono qui da soli sei mesi e la loro vita sociale all'esterno della struttura che li ospita è per forza di cose limitatissima.
E' la Regione che vuole e organizza tutto questo, con Prefettura di Firenze e Asl 9, ci spiega Anna, affidando poi la gestione dei richiedenti a cooperative o enti come appunto Uscita di Sicurezza. Il modello è quello dell'accoglienza integrata, sfecificatamente per l'emergenza Nord Africa (questi ragazzi erano appunto in Libia e da lì sono fuggiti, prima ancora che dai loro paesi d'origine), e prevede per sei mesi vitto e alloggio, formazione, integrazione, e naturalmente lingua e istruzione. Si deve stabilire se per loro sussiste davvero il pericolo di vita, una volta rientrati, per guerre, scontri entici o religiosi, persecuzioni per ragioni politiche, etniche o religiose. A quel punto arriverebbe il permesso di soggiorno (temporaneo e rinnovabile) e va da se perciò che nel frattempo questi ragazzi non possono lavorare. E di sicuro un pò meno burocrazia, permessi, documenti, lacci e lacciuoli (benvenuti in Itala..) male non farebbero, al fine di garantire una buona riuscita all'intera operazione.
Anna ci dice che si, i ragazzi vorrebbero restare proprio qui, a Orbetello, un posto finalmente tranquillo e ospitale. Ma si sa quant'è dura, per tutti e soprattutto ora. Ma la speranza negli occhi di questi ragazzi è contagiosa. Anna si rapporta a loro con un piglio metà didattico e metà materno, con polso e tenerezza pure di fronte a qualche capriccio, screzi fra loro,piccole intemperanze da ragazzi giovanissimi quali sono. Una delle ragazze è intanto in dolce attesa, e anzi l'attesa è quasi terminata. E prestissimo i Richiedenti Protezione Internazionale a Orbetello saranno diciassette. Good luck.
Ci hanno portato verso il confine marittimo della Libia e hanno detto di aspettare. Stavamo aspettando le autorità libiche che stavano guardando le previsioni del tempo. Avevamo bisogno di bel tempo per 4 giorni prima che potessimo uscire. Alle 2 di notte nella più completa oscurità ci hanno lasciato andare. Il peschereccio era vecchio, il motore non funzionava correttamente. Uomini di Gheddafi ci hanno dato l'acqua e biscotti secchi. Dieci barche nelle stesse condizioni partivano da Tripoli allo stesso tempo. Siamo stati schiacciati insieme. Nessuno poteva coricarsi. Non c'era spazio neanche per sedersi. Nessuno riusciva a dormire. Per tre notti.
Trecento di noi sapevamo di rischiare la nostra vita. Nessuna vita, nessuna speranza. A volte il mare era calmo. A volte era molto agitato e la barca quasi capovolgeva. La gente vomitava. E piangeva in continuazione. Non c'era il capitano sulla nave. Ma noi non eravamo in grado di guidare la barca. Non sapevamo farla funzionare. Abbiamo dovuto imparare. La cinghia del motore si rompeva e abbiamo dovuto trovare il modo di risolvere il problema, o essere bloccati e morire. Eravamo in mezzo al mare. Nessuno di noi sapeva nuotare. Alcuni di noi avevano acquistato giubbotti di salvataggio all'ultimo minuto, ma abbiamo scoperto che erano difetto
A volte abbiamo visto altre barche e ci gridavano "Italia?" Noi abbiamo urlato "Si" e hanno indicato "Nord", vai in quella direzione. I biscotti erano finiti, e anche l'acqua. Alcune persone bevevano l'acqua di mare. E vomitavano violentemente. Un uomo egiziano è morto. Si è gettato in mare e è annegato. Ho cercato di trattenerlo ma lui mi ha spinto via. Aveva perso ogni speranza di raggiungere terra. Il motore era rotto. Abbiamo pensato di morire tutti. Presto il quarto giorno quando era ancora buio ho visto una luce in lontananza. Lampedusa! Ma io non lo sapevo. La Marina Militare Italiana è arrivata in una barca. Ci hanno detto di abbassare la pressione sul motore. Haa funzionato. Loro hanno telefonato a terra. Dopo, tre barche ufficiali sono arrivate. Due italiani sono saliti a bordo per riparare il motore. Ci hanno detto di seguirli. Siamo salvi!
Quando abbiamo raggiunto Lampedusa i malati, le donne incinte, le madri dei bambini, poi le donne, poi le persone anziane sono state portate via dalla barca prima. I malati hanno ricevuto aiuto. Siamo stati tutti fotografati, ci hanno dato acqua e cibo, abiti puliti e scarpe. Eravamo così felici di essere in una terra sicura, finalmente! Siamo stati messi su un'altra nave quella notte. E portati a un porto e poi sugli autobus per Fivizzano, un piccolo villaggio. E' stato molto bello per noi. Avevamo fatto una festa per noi. Ci siamo fermati due settimane. Allora siamo venuti qui a Orbetello. L'isola della laguna!
Non abbiamo cambiato una virgola di questa straordinaria lettera-testimonianza di Joseph, che Anna Lo Bello di "Uscita di Sicurezza" ci ha dato per farci intendere che dietro ognuno di questi volti c'è una vita, una storia, mai facilissime, nelle quali però non ci intromettiamo. Il viaggio, i perchè, e poi l'esperienza qui ad Orbetello per questi sedici ragazzi (otto coppie) di Ghana, Nigeria, Niger, Chad, ma tutti provenienti dalla Libia, questo si. Di questo abbiamo chiesto. Il loro status è quello di Richiedenti Protezione Internazionale, un rapido corso di italiano appena sbarcati (Anna si rivolge ai ragazzi faticosamente ma con molta pazienza solo in italiano) poi un altro, della Regione Toscana, ma certo la lingua è un ostacolo. Sono qui da soli sei mesi e la loro vita sociale all'esterno della struttura che li ospita è per forza di cose limitatissima.
E' la Regione che vuole e organizza tutto questo, con Prefettura di Firenze e Asl 9, ci spiega Anna, affidando poi la gestione dei richiedenti a cooperative o enti come appunto Uscita di Sicurezza. Il modello è quello dell'accoglienza integrata, sfecificatamente per l'emergenza Nord Africa (questi ragazzi erano appunto in Libia e da lì sono fuggiti, prima ancora che dai loro paesi d'origine), e prevede per sei mesi vitto e alloggio, formazione, integrazione, e naturalmente lingua e istruzione. Si deve stabilire se per loro sussiste davvero il pericolo di vita, una volta rientrati, per guerre, scontri entici o religiosi, persecuzioni per ragioni politiche, etniche o religiose. A quel punto arriverebbe il permesso di soggiorno (temporaneo e rinnovabile) e va da se perciò che nel frattempo questi ragazzi non possono lavorare. E di sicuro un pò meno burocrazia, permessi, documenti, lacci e lacciuoli (benvenuti in Itala..) male non farebbero, al fine di garantire una buona riuscita all'intera operazione.
Anna ci dice che si, i ragazzi vorrebbero restare proprio qui, a Orbetello, un posto finalmente tranquillo e ospitale. Ma si sa quant'è dura, per tutti e soprattutto ora. Ma la speranza negli occhi di questi ragazzi è contagiosa. Anna si rapporta a loro con un piglio metà didattico e metà materno, con polso e tenerezza pure di fronte a qualche capriccio, screzi fra loro,piccole intemperanze da ragazzi giovanissimi quali sono. Una delle ragazze è intanto in dolce attesa, e anzi l'attesa è quasi terminata. E prestissimo i Richiedenti Protezione Internazionale a Orbetello saranno diciassette. Good luck.
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