giovedì 29 marzo 2018

un'altra bella giornata orbetellana..


Guja e i lupi


"Io personalmente in Feniglia a camminare non vado più. Ho paura. Sarà una paura stupida ma questo è".
E' stato un accorato appello su Facebook, che conteneva tra l'altro queste righe, ad attirare la nostra attenzione. La protagonista dell'appello è Guya Sarperi, rinomata professionista orbetellana nel settore immobiliare, e il tema quello forse di maggiore attualità, qui e ora: la presenza di lupi e ibridi nella nostra zona.
Una presenza piuttosto inconsueta, a dire il vero, che forse proprio per questo ha suscitato un vero e proprio vespaio, con reazioni sin troppo scomposte anche e soprattutto sui social, proponimenti di intervento da parte di Regione e qualche sindaco della zona freschi di divulgazione, minacce legali da parte di Lav e altri importanti nomi dell'associazionismo animalista, con gli avvocati a scaldare i motori nel caso i suddetti interventi dovessero contemplare l'ipotesi di uccisione degli esemplari (come in effetti ventilato) o soluzioni comunque superate e cruente.
E' pur sempre vero infatti che di queste presenze, che inquietanti possono risultarlo realmente, tutti hanno colpa tranne gli animali stessi, che probabilmente stavano benissimo dove stavano, prima che qualcuno si prendesse il disturbo di catapultarne qualche esemplare qui da noi, per presunte esigenze di selezione naturale in riferimento ad alcuni esemplari di ungulati male in arnese, con una ipotizzabile sottovalutazione delle difficoltà gestionali dell'operazione che in effetti sembra essere un po' sfuggita di mano, con immagini di lupi e ibridi che si aggirano in prossimità di abitazioni, attività commerciali, piccoli allevamenti, copiosamente diffuse via social.
Perciò siamo andati a trovare Guja.
Perchè tutto questo slancio, questo fervore proprio per questo specifico soggetto? Problemi con gli animali?
"Ma figuriamoci. Ho alle spalle anni di supporto al WWF come associata, amo gli animali sino a lasciare sul davanzale ciotole con cibo per piccoli volatili che possono essersi trovati in difficoltà a causa dei recenti rigori climatici, per farti un esempio. Amore che però non mi impedisce di provare un grande senso di allarme per la presenza di una specie la cui convivenza con l'uomo deve per forza di cose essere ridotta ai minimi termini, credo per il bene dell'uno e dell'altro, e che comunque per il nostro territorio risulta essere una novità ad impatto decisamente traumatico, per l'uomo appunto, per la eco che può avere ai danni delle attività turistiche così vitali per il nostro territorio, per altri animali, specie alcuni bellissimi che popolano da sempre le nostre riserve e le nostre campagne, che per lupi e ibridi sono facili prede, con conseguenze non difficilissime da immaginare anche e soprattutto a scapito di chi detiene animali per attività lavorativa, come agricoltori e allevatori, che in questa parte di Maremma non sono di sicuro una rarità, sino ad arrivare ad episodi decisamente raccapriccianti fatti circolare in video sui social network, di esemplari con un gatto di colonia tra le fauci".
Quindi?
"Sono una persona che non ama parlare. Le parole non hanno alcuna importanza se non sono seguite dai fatti. Non ti nascondo che sono realmente infuriata. E perciò ho deciso di informarmi e tastare il polso della situazione, prendere contatti, divulgare la mia inquietudine e condividerla con tutti coloro che la avvertono con altrettanta urgenza, informare la stampa locale, contattare ad esempio il comitato spontaneo volontario Argentario Ambiente Sicuro formatosi specificamente per questa causa, anche se ovviamente in ambito strettamente locale, nella fattispecie Porto Ercole, cercando poi di capire qual'è invece la situazione qui a Orbetello in quanto a reattività, visto che siamo tra i luoghi più interessati dal fenomeno, e a cosa ammonta, in termini di volontà pratiche e risolutive, il desiderio collettivo di azioni e risoluzioni da parte dei miei concittadini che come prima cosa sto mobilitando con una petizione".
Avrai sentito degli aut aut dell'associazionismo importante, Lav in testa, che hanno dato mandato, peraltro prevedibilmente, ai loro legali di seguire con estrema attenzione l'intera faccenda, deduco.
"Innanzitutto il supporto legale me lo sono procurato anch'io. Ma chiariamoci: qui nessuno smania di uccidere niente e nessuno, scongiurando invece che proprio questo avvenga ai danni di specie più deboli. Sono le stesse associazioni animaliste a suggerire soluzioni che io reputo perfettamente condivisibili: reinserimento dei lupi, iperprotetti dalle nostre leggi (e a ragione) negli habitat da cui sono stati prelevati, e sterilizzazione e trasferimento in stazioni predisposte, tipo il Centro Recupero Fauna Selvatica di Semproniano, per gli ibridi. Chi potrebbe avere obiezioni da sollevare su provvedimenti di questa natura?
In effetti nessuno. A patto che le modalità siano esattamente quelle.
Hai consigli da dare a Guja? Vuoi farle sapere la tua? Vuoi sostenerla nella sua iniziativa? Faccelo (o faglielo) sapere. Siamo qui.
In compagnia dei lupi.

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mercoledì 28 marzo 2018

welcome

Orbetellove saluta i visitatori che
hanno scelto la nostra città ed i suoi dintorni
 per le vacanze di Pasqua 2018.
Benvenuti. Enjoy the ride..

martedì 27 marzo 2018

indicazione errata

In genere non siamo sopraffatti dallo spirito campanilistico. Per carità.
Ma una cosa che proprio reputiamo insopportabile è che si continui ad usare l'indicazione geografica (geo-tag) Feniglia, Porto Ercole che Instagram suggerisce in automatico (perché qualche idiota, o ignorante o forestiero, o tutt'e due, all'inizio deve averla inserita).
Capiamoci: troviamo Porto Ercole una meraviglia. Ogni volta che ci capitiamo trasecoliamo ancora per la sua bellezza. 

Ma semplicemente è un'indicazione errata. La Feniglia è uno dei due tomboli di Orbetello. È come se scrivessimo "Le Viste, Orbetello": una cretinata. 
Vogliamo smettere di usare quell'indicazione? Magari ricorrendo a un più verosimile Orbetello, Toscana. 




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giovedì 22 marzo 2018

la capanna orbetellana della musica


E' stato Valerio Funghi, notoriamente un professionista dell'impiantistica 
audio-luci con Cantiere Quattro (ma dj a sua volta) a "buttare la palla" con Daniele Innocenti e Maurizio Amadio, due nomi che con la console, sia radio che club, hanno una dimestichezza abbondantemente quantificabile con numeri a due cifre, in termini cronologici, che la palla l'hanno raccolta al balzo dando così vita al progetto Funk Shack.
L'idea è quella di chiudersi settimanalmente in una vera e propria capanna (shack vuol dire proprio quello) nascosta da qualche parte qui nella nostra bella campagna, suonare musica ma solo quella "leggendaria", con un particolare occhi (anzi, orecchio) di riguardo al versante black (funk, appunto) e parlarne. Concettualizzandola molto molto molto.
Perchè la musica è cultura, è genio creativo, è una straordinaria demarcazione delle epoche e dei costumi e i loro cambiamenti e rivoluzioni, e come tale deve essere trattata. Sempre che si sia in possesso dei titoli per farlo e soprattutto per non farlo a cacchio.
E preferibilmente farlo in compagnia di amici e ospiti: colleghi dj, compresi i più giovani che con certe atmosfere musicali possono non essere entrati troppo in contatto, o chiunque abbia a portata di mano il polso della situtazione in quanto a divulgazione della musica o socializzazione correlata ad essa, perciò gestori di locali della nostra zona, musicisti, creativi, ma anche assessori o presidenti di enti che con l'aspetto divulgativo e culturale hanno a che fare.
La location è straordinariamente suggestiva. Uno studio che sembra realmente estrapolato dall'epoca d'oro delle radio "libere" (termine con cui si definivano le emittenti agli albori del fenomeno, dopo secoli di monopolio Rai, al più insidiato dalla monegasca, ma solo sulla carta, Radio Montecarlo), deliziosamente cult, di certo meno arrabattato tecnicamente, vista la specializzatissima cura dello stesso Funghi. Episodi di circa 35 minuti in altissima qualità audio-video, ripartite tra il repechage di autentiche perle della storia della musica moderna e gli interventi talk con il coinvolgimento degli ospiti.
 Una prima stagione di 12 puntate, conclusasi proprio in coincidenza della fine dello scorso anno, ed una seconda, appena decollata, con qualche piccolo cambiamento, a partire proprio dalla durata leggermente dilatata, e persino la presenza di momenti di musica live unplugged, coi protagonisti della scena locale.
Un programma ultra-specializzato, sicuramente per veri appassionati del genere ma non solo e non necessariamente, che vanta pochi simili nell'intera galassia del broadcasting italiano, e che abbiamo saputo inventarci proprio noi, proprio qui, ad Orbetello.
Una nuova puntata disponibile in video dalle 19:00 di ogni venerdì sera
sul canale Funk Shack You Tube e in sola traccia audio, come un normale programma radio, su Funk Shack Mixcloud
con aggiornamenti, anticipazioni, link e info sulla pagina
Facebook del format orbetellano.

(una puntata tratta dalla prima stagione di Funk Shack)

mercoledì 21 marzo 2018

un'altra bella giornata orbetellana..

ogni giorno anche su 

la reLOVution di Marilù..

Ti stai gustando un docufilm, Food Relovution di Thomas Torelli, che ha avuto una bella eco a livello internazionale e che ospita interviste a nomi di notevolissima rilevanza in ambito di scienza, nutrizionismo, ambiente, e ti imbatti in una figura che ti sembra familiare. 
E che di fatti lo è: Marilù Mengoni, quella di Psicoalimentazione, di cui abbiamo ampiamente trattato proprio in questo blog, e che incontriamo spesso ad esempio in occasione dell'uscita dei suoi libri, incluso quello che a tutt'oggi rimane il suo ultimo e che definiremmo veg-fantasy, Piggasus e il pianeta Vegamo, da recuperare se vi è sfuggito; la nutrizionista psicologa che ormai opera abitualmente a livello nazionale e mica solo, proprio correlando i due fattori: scelte alimentari e psiche.
E che ci fa la Mengoni nel bel film docufilm di Torelli?


Food ReLOVution (non è un errore di grammatica..) è un'indagine estremamente attenta e appassionata sulla carne e le conseguenze che il suo consumo in larga scala ha sulla salute di ognuno ovviamente, ma anche sull'ambiente, su una piaga cronica come la carenza di cibo in alcune aree del pianeta e naturalmente sugli stessi animali, con una parola chiave, consapevolezza, che era il fil rouge anche della precedente esperienza dell'autore, "Un altro mondo". Cioè, cari signori, un antidoto ai troppi inghippi che si celano dietro il vivere moderno così come ancora lo concepiamo, con le sue insidie salatissime, sta proprio nel prendere quanto prima consapevolezza di alcuni gesti che ovviamente compiamo nella vita di ogni giorno, come fare la spesa e mangiare ciò che compriamo. Cioè, secondo il filmaker, un mondo migliore comincia dagli scaffali di un supermercato e dagli occhi con cui guardiamo i prodotti che vi sono esposti.
Proprio da questo, sostiene la Mengoni nel suo intervento nel film, deriva tutta la dannosità, la negatività e si, la pericolosità che noi infliggiamo al nostro corpo ma anche all'habitat che ci circonda: dal fatto che pensiamo che non vi siano altre scelte. Semplicemente perchè non le conosciamo, non ne abbiamo appunto consapevolezza.
"Avevo conosciuto Torelli e signora in precedenza" ci spega Marilù, "nel mio studio a Ladispoli per una consulenza nutrizionale, e solo in un secondo momento per pura coincidenza, essendomi recata a Ladispoli per un incontro concernente le tematiche che sono alla base proprio della mia attività professionale, ho incontrato i due coniugi. Thomas ha seguito la conferenza, io la proiezione del suo precedente film, e proprio in questa occasione mi ha proposto di prendere parte al suo nuovo progetto. Cosa che ho accettato di fare senza alcuna esitazione, vista la caratura del progetto e dell'autore stesso".
Ed è così che noi ci ritroviamo una concittadina tra personaggi del calibro di Franco Berrino e Noam Mohr, a dire la sua su temi di importanza nevralgica per la qualità e la durata della nostra stessa esistenza, in una cornice, questo docufilm, che non ha mancato di suscitare grandi consensi in ambito internazionale.
E a proposito di "durata" della nostra esistenza, alla domanda "hai già un progetto per il prossimo libro?" la risposta è stata:
"uno scrittore ha sempre un progetto, un canovaccio nel cassetto. Stavolta parlo di longevità, e delle sue correlazioni con alimentazione, psiche, attività fisica e qualità del sonno (chi scrive, in base a questo ultimo fattore, sta fresco..) con addirittura "una vera e propria formula matematica di rinnovamento, che opera su aspetti psicologici e credenze di ognuno".
Detto così non è che ci schiarisca granchè le idee, ma se avessimo già le idee chiare su cose del genere, probabilmente non ci sarebbe bisogno di Marilù Mengoni. E magari in un bellissimo "altro mondo" futuro sarà così. 
Ma per adesso, in questo, ci conviene aspettare il prossimo libro, con tutti i ragguagli che Marilù ha sempre generosamente fornito proprio ai visitatori di questo blog. Intanto però, il docufilm. 
Auguri per tutto. A presto.




domenica 18 marzo 2018

Estetica Sole 90

l'esperienza, la cordialità,
le soluzioni più aggiornate ed innovative..
 di Patrizia Fierli
via Caduti sul Lavoro Orbetello (Neghelli)
te 054 864340
Patrizia Fierli Facebook




lunedì 12 marzo 2018

come VOI la vedete..

Claudio Parente

Enzo Grascelli

Ferdinando Misseri

Paola Stronchi

Enzo Bellardini

Sergio Taccioli

Foto Solimeno

pubblica i tuoi scatti di Orbetello qui,
Così potrai vederli qui, incorniciati su
il blog!


Schiacce di Pasqua e prova costume? Si può fare. Con Simo..


Non c'è proprio niente che non va nelle schiaccia, questo dolce fantastico che da generazioni scandisce l'arrivo della nostra primavera abbinata alla ricorrenza della resurrezione. Se non la prova costume.
Perchè come ci spiega Simona Lunghi nel suo blog Buono e Sano con Simo, certo che la ricetta originale è fantatica. Fantastica con burro, strutto, olio.
Non esattamente una calda raccomandazione da parte dei dietologi.
E perciò Simo, che è fantastica proprio nel fornirci ricette dei pilastri della nostra tradizione culinaria in versione riveduta e corretta, ci propone la sua schiaccia di Pasqua Simo edition, dato che se, appunto, di primavera si parla, allora un pensierino alla prova costume ci va..
ecco l'armamentario:
300 grammi di farina semi raffinata (tipo 1)
2 uova
140 grammi di zucchero di canna chiaro
60 grammi di evo leggero
100 grammi di ricotta di pecora
15 grammi di lievito madre disidratato e 15 di quello di birra fresco
un cucchiaino di scorza di limone (meglio bio)
20 grammi di anice e 70 di anisetta
il succo di un'arancia

prep:
Semini di anice a bagno nell'anisetta almeno mezz'ora prima impastare.
Si mescola la farina con il lievito madre e si fa una crema
con ricotta, uova, zucchero, scorza di limone e olio.
Al centro della farina si aggiunge la crema
e subito l'anisetta ed il succo d'arancia.
impasto:
Si impasta bene il tutto energicamente
10 minuti a mano, 5 con l'impastatrice.
Si copre con pellicola, lasciando a riposare per almeno 5-6 ore.
impasto reprise:
si travasa l'impasto nel tipico stampo di carta 
del peso approssimativo di un chilo leggermente oleato e lo si lascia
riposare per ulteriori 6 ore, o comunque sino a che una crescita di 
2 centimetri circa sia ben visibile, considerando che con il lievito 
madre parliamo comunque di una crescita minore a quello di birra.
A questo punto si spennella col tuorlo e poco latte
(simo suggerisce veg) e finalmente si inforna.
cottura:
Si cuoce la schiaccia in forno caldo a 180° per 35 minuti circa
controllando però la cottura con uno stecchino sino a che
non esce perfettamente asciutto dal dolce.
Si fa raffreddare et voilà: la tradizione è servita.
La prova costume anche.
i tipici stampi per schiacce e colombe, disponibili da Principe Uno

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