Gestisce uno shop in pieno centro a Orbetello, I-Dee - femminile plurale, dedicato alle donne che alle esigenze di stile aggiungono quelle di una qualche morbidezza nelle taglie. Ed perciò è quotidianamente alle prese con le preferenze ma anche le piccole problematiche delle signore orbetellane che per vestirsi hanno bisogno di non inciampare sugli estremismi isterici di alcuni diktat della moda che a volte sembrano sorvolare sul piccolo dettaglio che nella vita vera la donna ha dimensioni, forme, taglie non esattamente da Gisele Bündchen. A partire da lei stessa. Per questo siamo andati a parlarle, a pungolarla un po. Ecco cosa ci ha detto:
si sente dire spesso di un vero e proprio disagio che la donna dalle forme morbide avvertirebbe nell'andare a vestirsi dei negozi con taglie regolari. Confermi?Sì, posso senz'altro confermare, intanto in prima persona per la mia storia personale, poi per l'esperienza di addetta ai lavori (sono cresciuta in un negozio di abbigliamento). È frustrante entrare in un negozio e doversi preoccupare di chiedere un capo nella propria taglia quando si corre il rischio di sentirsi rispondere "Qui per lei non abbiamo nulla", fa sentire terribilmente inadeguata, quando, a riflettere un attimo, in realtà è l'offerta che non è adeguata alle persone (mai il contrario!).
cosa comporta veramente il fatto che dalla moda "ufficiale" arrivino sempre e solo segnali a favore di una vera e propria scheletricità come modello da seguire?
Il fatto che dalla moda "ufficiale" arrivino sempre segnali a favore di un'estetica improntata sulla magrezza estrema e sulla scheletricità ha un peso enorme sul senso collettivo di "bellezza", e di conseguenza sulla formazione del senso estetico nell'individuo, e sulla sua capacità di percepire se stesso con obiettività. Non se ne parla forse abbastanza e in modo corretto, ma è dimostrato dai dati che c'è un aumento spaventoso di casi di disturbi alimentari gravi, sempre in più precoce età (anche dai nove anni), spesso con epiloghi tragici. Si cresce "fissandosi" su canoni estetici preconfezionati, e ci si ritrova a vivere in funzione del raggiungimento di un "modello" lontano dall'immagine che percepiamo di noi.
Ma è un argomento complesso che non è il caso banalizzare...
per la tua attività ti sei affidata al talento di Alberto Cacciari, nome altisonante nel settore, ma pur sempre un uomo. Secondo Beatrice che idea ha l'uomo della donna formosa, anche molto formosa? Perchè secondo me non sempre la raccontano giusta, questi maschi, su questo tema specifico.
Nel primo anno e mezzo della mia attività ho proposto esclusivamente capi delle collezioni di Alberto Cacciari perché nel suo modo di concepire bellezza e moda al femminile ho ritrovato gran parte del mio pensiero. Il fatto che sia un uomo francamente è un caso, e nella sua azienda lavorano moltissime donne (in effetti il suo staff è a prevalenza femminile).
In seguito ho optato per un'offerta più variegata aggiungendo altri marchi (e prediligendo il made in Italy), con lo scopo di cercare di andare incontro allo stile e alle esigenze di ogni donna.
Riguardo all'idea che hanno gli uomini della donna formosa e/o abbondante, credo che non si possa generalizzare, ritengo che sia una questione di gusti personali. È vero che viviamo in una società tendenzialmente "grassofobica", dove la tendenza del momento a cercare di "sdoganare" questo tabù dell'abbondanza solleva spesso imbarazzo e polemica. Per questo alcuni degli uomini sensibili al fascino delle curve prosperose hanno difficoltà a gestire pubblicamente questa loro "preferenza", temendo il giudizio degli altri. Ma le donne prosperose possono piacere (o no), esattamente come quelle filiformi, o androgine. E sarebbe bene non farne una competizione!
Hai portato sulla passerella di Laguna Trend delle signore che certamente taglia 40 non sono. E parliamo di una ribalta che spesso spaventa pure quelle che taglia 40 invece lo sono davvero. Tu stessa ti sei cimentata. E allora?
Non lo dico come luogo comune, ma io credo fermamente che la bellezza non sia nella taglia di una persona. Portare in passerella quelle donne che non si sarebbero mai pensate in passerella, me per prima, vuole essere una testimonianza di ciò in cui credo, un modo per mostrare (e non "dimostrare") un punto di vista diverso dal quale poter trarre gli spunti per una riflessione. Per questo ho voluto metterci la faccia... beh anche tutto il resto, e sono salita anch'io!
Noi tutti, pur in modo benevolo, invidiamo qualcosa a qualcuno. Tutti: dal più sfigato alla mega-star. Dimmi una cosa che tu invidi ad una ragazza che per infilarsi in un jeans non deve rivolgersi ad uno shop come il tuo, per capirci.
Per anni ho invidiato il fatto che una ragazza di taglia "standard" (diciamo così) potesse entrare in un negozio qualunque e scegliere qualsiasi cosa le piacesse senza rischiare d'inciampare nella risposta di cui dicevo prima "Qui per te non abbiamo nulla". Poi ad un certo punto ho preso coscienza di un fatto banale ma illuminante: se da domani qualcuno decidesse che tutte le porte debbano essere alte al massimo un metro e venti, tutte le persone più alte dovrebbero forse farsi scorciare le gambe per non dover sbattere continuamente la testa? Insomma, se nasciamo con tante fisicità diverse, e i vestiti possiamo confezionarli in tutti i modi che vogliamo, perché non produrli per tutti? Perché sentirci noi inadeguati?
È chi ha la pretesa di sapere come vestirci che deve imparare a farlo, qualunque siano le nostre misure. A vestire manichini sono capaci tutti..
Non sei orbetellana ma la tua attività hai scelto di averla qui. Cosa ti piace della nostra città? E viceversa, cosa no?
Sono nata a Roma da genitori romani, con i nonni provenienti da Lazio, Emilia Romagna, Toscana e Umbria. Parte delle mie radici sono proprio qui in Maremma, e sono cresciuta con un forte legame affettivo a questi luoghi in cui scappavo ogni volta che potevo. Nel '94 mi sono trasferita, e qui mi sono sposata e sto crescendo i miei figli. Amo questa Terra di bellezza unica e potenzialità immense.
Orbetello è una bellissima città dove la qualità quotidiana di vita è a dimensione umana. Con il mio lavoro spero di dare il mio minuscolo contributo ad arricchire il "carnet" di ciò che questa città può offrire ai residenti e a chi la sceglie per trascorrere le sue vacanze. (domanda dribblata. Puoi darti alla politica.. ndr)
La donna in carne è spesso bullizzata, per usare un eufemismo: a scuola, negli ambienti sportivi, tra gli amici. Cosa diresti ad una giovane che è alle prese con questo specifico tipo di problematiche?
Purtroppo il bullismo verso le persone in carne è un fenomeno che ho sperimentato sulla pelle: potrei raccontare tanti episodi. Come ogni forma di violenza è deprecabile e rispecchia tristemente la società in cui viviamo. Un fenomeno che spesso si trasforma in tragedia, con casi di suicidio anche tra i giovanissimi (l'ultima una ragazzina di appena 12 anni, l'età di mia figlia!). Cosa avrei detto a lei, cosa dire ai nostri figli? Più che delle parole forse si può fare qualcosa con l'esempio di vita, mostrando loro che si può vivere felici amandosi, dando il giusto peso alle parole e al giudizio degli altri. Cerco di farlo anche col mio lavoro ogni giorno, perché so bene cosa significa essere discriminati dai coetanei o anche da quegli adulti dai quali invece ci si aspetterebbe rispetto e protezione, quindi un comportamento sano nei confronti del prossimo. Alle persone dico sempre di guardarsi con più amore, di ricordarsi che ciascuno di noi è molto di più della taglia che indossa, e che se sentiamo l'esigenza di cambiare dovremmo farlo solo se quel bisogno corrisponde veramente al nostro sentito personale, e non al bisogno di omologarsi a un modello imposto da altri. La vita è troppo bella per perdere tempo dietro alle ossessioni. C'è un detto che recita "non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace", perfetto per descrivere la relatività del concetto di bello...
E ora promettici uno sconticino fedeltà per le belle signore che verranno nel tuo negozio dicendo di aver letto questa intervista...
Le affezionate lo sanno, che qui da #ideefemminileplurale c'è sempre una promozione diversa a stuzzicare la voglia di regalarsi qualcosa. Mi piace viziare un po' le mie Dee ogni volta che posso! Per cui - per i mesi di aprile e maggio 2018 - sarò felice di riservare uno sconto del 10% su tutti i capi non inclusi in altra promozione alle nostre lettrici: basterà semplicemente dirmelo alla cassa! Che ne dite, può andare?
Vorrei chiudere con una piccola ricetta di felicità: ricordiamoci una volta al giorno (e comunque all'occorrenza) che qualunque cosa vogliano farci credere - in fin dei conti "non è bello ciò che è bello, ma è bello chi si piace!"...
Si. Piacersi accresce il fascino. Grazie Beatrice, auguri.
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