lunedì 11 novembre 2013

Albinia 12 novembre.

Le abbiamo viste tanto, quelle immagini. Tantissimo. I social network provvedettero da subito a fotografarcela in diretta in tutto il suo sconsolato orrore la tragedia di un anno fa. Un bel libro di cui ci siamo occupati  anche qui ha provveduto a bloccarle, a fissarle nel tempo quelle immagini, le immagini dei 
"giorni del fango".
Per questo un anno dopo ci piace ricordare quell'attimo veramente buio, tra i più bui dell'intera nostra storia recente, con questi scatti che risalgono al "subito dopo", quando ormai la voglia di rimboccarsi le maniche e ricominciare degli albiniesi, dopo i primi (ma brevi, in verità) istanti di shock, di impotenza, di frustrazione e di disperazione, cominciava a dare i suoi frutti. Quando Albinia e le aree circostanti erano ancora ammantate da quella surreale patina color bianco sporco (si stenta a crederlo, ma queste foto praticamente monocromatiche le scattammo in una bella giornata di sole, condizione ideale perchè i colori risaltino).
Però già Albinia appariva così: pulita, libera.
Sappiamo che non vi mancheranno le occasioni e le situazioni per rivederle quelle immagini, in questi giorni che scandiscono il primo "anniversario" dell'alluvione. E crediamo che molti di voi vorranno farlo, vorranno vederle, vorranno rivivere. Non noi. 
Decidemmo già un anno fa di non dare una copertura pesante all'evento. Onestamente non ci sentivamo pronti per una roba del genere (ammesso che qualcuno lo fosse), ne sufficientemente attrezzati. E preferimmo optare per lo stretto indispensabile, non senza naturalmente esserci messi completamente a disposizione, se ve ne fosse stata necessità, soprattutto con la nostra pagina facebook, che è un pò più quotidiana, diretta e fruibile di quanto non lo sia un blog, specie dalle nostre parti.
Dopo di che, però, decidemmo di catturare da subito gli istanti della rinascita, del lento tornare ad una magari noiosa, magari uggiosa, magari sonnecchiante quotidianità. Ma mai ai tanto agognata.
E più o meno per gli stessi motivi, preferiamo rivivere i giorni del ricordo, un anno dopo preciso preciso,
con queste immagini che invece sono quelle di un piccola comunità di provincia già inarrestabilmente 
in marcia verso un futuro finalmente di nuovo sereno, quieto, normale.
Non che ai giorni a cui risalgono questi scatti non fecero seguito polemiche, veleni, rabbia, reazioni.
Lungi da noi farla apparire ammantata di melassa, la ripresa. Non lo è stata e lo sappiamo.
Come sappiamo che non lo è tutt'ora.
Per tanti motivi, e anche per qualche oggettiva responsabilità: e li conosciamo tutti. Uno a uno. 
Ma è inequivocabile, inconfutabile e a riparo da smentite di sorta la voglia degli albiniesi di rimettersi in marcia a prescindere. Ed è su questo che ci piace soffermarci.
Mentre lasciamo ad altri l'onere di essere più didascalici, più documentaristici, più rievocativi
nei confronti degli eventi stessi e di tutto quello che ne è scaturito.
Da orbetellani ci piace magari ricordare il lavoro di tanta gente operosa e generosa.
Gente che sappiamo non essere stata certo insignita dell'Anguilla d'Oro, che da un pò di tempo sguazza felice e beata in acque più  glamour della nostra olezzosa laguna , e che  più si fa glamour e più si distanzia da Orbetello e dagli orbetellani (sufficientemente, secondo noi, da dire: basta, pietà).  In verità neppure degnati di un caffè e una pacca sulla spalla. 
Così come da orbetellani non ci piace ricordare alcuni aspetti polemici della vicenda, cioè quando la stessa è diventata ennesimo spunto di aggressione, vero e proprio sciacallaggio, e soprattutto attacco meramente strumentale alla persona del sindaco, sino quasi al disprezzo umano, sino quasi all'aggressione fisica, dimenticando a volte che si trattava di una persona che, a prescindere dalle capacità amministrative che non è certo questa la sede più idonea a dibattere, a prescindere dall'impreparazione, dall'improvvisazione, dalla mancanza di accortezze preventive e tutte le malefatte ipoteticamente imputabili, è stata a sua volta colta e colpita di sorpresa esattamente come chiunque di noi, dato che qui nessuno di mestiere si occupa a tempo pieno di alluvioni dagli esiti catastrofici, trovandoci in Maremma e non nel Bangladesh, e soprattutto di una signora. Di una persona che, avversaria politica che può essere, è da considerare persona per bene, che non trae gratificazione alcuna dalla sofferenza degli altri (che anzi la combatte quotidianamente per "deformazione" professionale) e che può aver sbagliato, può essersi rivelata inadeguata finchè si vuole, può aver assunto un atteggiamento facilmente interpretabile come "spocchia", magari per autodifesa, magari per panico, che però nessuno era autorizzato ad aggredire così violentemente con toni che con il civile dibattere democratico, pur acceso, pur legittimamente rabbioso, non hanno francamente un cazzo a che vedere. 
Ecco, si. Un po' defilati e low profile lo siamo, e intendiamo restarlo. Ma umani, però. Non sufficientemente al di sopra delle parti da tollerare le brutture, senza rivolger lore neppure uno straccio di considerazione. 
Detto questo, però, eccolo il nostro piccolo, modestissimo omaggio ad Albinia e alla sua (nostra) bella campagna circostante. Le immagini che dimostrano eloquentemente, se ce ne fosse bisogno, di quanto a volte i fatti parlino più di un milione di parole. 
Auguri Albinia. 









                                                                          all photos

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