Una polemica piccatissima, un dibattito incandescente. La miccia l'hanno accesa alcuni post che preannunciavano la sagra del Tortello a Orbetello sui social network. Qualche ristoratore si è risentito e ha replicato in modo che definiremmo ehm.. energico. Poi gli articoli sui quotidiani locali etcetera. Allora, direte voi, non c'è molto altro da aggiungere.
Ma noi pensiamo invece che sia tutt'altro che così. Mancano le opinioni di molti diretti interessati, a vario titolo: i ristoratori stessi, per esempio, le istituzioni, la politica. E quello abbiamo fatto: abbiamo chiesto qualche parere, con la richiesta di usare questi tre punti/argomenti come indicazione guida:
PUNTO PRIMO: a) le sagre sono troppe b) sono organizzate in modo da entrare in competizione troppo diretta coi ristoratori "ufficiali" c) non dovrebbero esserci a prescindere
PUNTO SECONDO: però alla gente piacciono e questo è un fatto.
PUNTO TERZO: molti degli eventi, dei generi piu svaraiati, sembrano disturbare in un modo o in un altro i commercianti. Non ve ne è uno che non susciti levate di scudi da parte loro, una volta alcuni, una volta altri. Soluzione: non si fa piu niente e li lasciamo lavorare tranquilli. Oppure?
Molti amici di questo blog sono ristoratori, come pure a questo blog piace vedere la gente divertirsi, mangiare assieme, passare una serata all'aperto a una sagra. Capiamo generalmente le argomentazioni di entrambe le "fazioni". Ma il terzo punto è fortemente nostro. Questo tema ci sta a cuore come orbetellani più che come organizzatori di qualche evento. La brutta attitudine di alcuni (sottolineando tre volte alcuni) a baccagliare per praticamente qualsiasi cosa succeda. Se in centro, perchè palchi e stand coprono la visuale dell'attività, la bancarella porta via clienti etc; fuori dal centro perchè la gente bisogna portarla non allontanarla. Laguna Trend "nasconde" i negozi, la sagra fa concorrenza sleale, il mercatino ruba clienti (sic), persino il Carnevaletto sporca (vero, giuro..) e via lagnando. E allora? A noi il problema di Orbetello da qualche anno a questa parte non sembra l'eccesso di euforia e vivacità, bensì l'esatto contrario. Noi pensiamo che un evento, il fermento, gli eventi portino. Sempre. Non portino via. Noi pensiamo che in un piccolo centro dove non succede mai una beatissima minchia semplicemente non si va. E se già si è lì si esce poco, lo stretto indispensabile: tanto "non c'è niente". E di questo niente, crediamo, non beneficia nessuno. Tranne qualche turista attempato e rompicoglioni che ha preso casa qua convinto trattarsi di una specie di centro benessere a cielo aperto: silenzioso, tetro e di una noia ammorbante. Ma riposante. E sti cazzi. Questo è però è già un altro tema su cui magari torneremo. Ma dopo aver espresso questo nostro piccolo pensiero sul fatto che non è veramente possibile che qui non debba succedere niente di niente per non urtare la suscettibilità di pochi commercianti che magari poi non hanno quel minimo di senso di auto-critica per riflettere sul perchè e sul per come la propria attività stenta a funzionare a prescindere da una bancarella una volta al mese o a un palco una volta l'anno (ma non abbiamo detto cotica, leggete cosa dice a proposito la Montemerani del CCN::) lasciamo a voi la facoltà di esprimervi sul tema del contendere.
Alessia Montemerani, CCN del Centro Storico di Orbetello:
Le sagre in questo momento di grossa crisi sono un pò troppe, sopratutto cosi organizzate si perde quel valore aggiunto che dovrebbero avere che è la promozione del territorio tramite i prodotti tipici. La Sagra del Tortello ad Orbetello non è poi cosi rappresentativa! La sagra non deve e non può essere paragonata ad un ristorante ed è per questo che la gamma di piatti dovrebbe ammontare a due massimo tre e il servizio self service. Le sagre piacciono alla maggior parte della gente e quindi non devono essere abolite ma limitate a brevi periodi di tempo e non devono essere fatte con lo scopo di fare solo cassa. Per quanto riguarda i commercianti credo che veramente siamo arrivati all'eccesso: chi la vuole cotta e chi la vuole cruda. Molto probabilmente la crisi stà creando dei problemi a molti e questo li rende parecchio suscettibili su ogni argomento. Io ritengo che tutto debba essere fatto, ovviamente rispettando sempre chi come i commercianti tiene la propria attività aperta 365 all'anno garantendo lavoro a molta gente e un flusso economico al territorio, un paese come il nostro che vive di turismo non può e non deve offrire solo una bella passeggiata e shopping. Purtroppo credo che il problema dei commercianti sia quello che ogn'uno pensa al proprio orticello: se imparassimo tutti a trarre vantaggio dalle varie niziative, eventi e quant'altro viene proposto, sicuramente le cose cambierebbero. Confrontandomi quotidianamente con molti colleghi mi rendo sempre più conto che la maggioranza non è contraria a tutto, anzi. Forse l'errore che si è sempre fatto è quello che chi è a favore di quello o di quell'altro non si fà sentire come lo fà chi è contrario.
Andrea Casamenti, consigliere comunale di opposizione.:
Sul punto 1), relativamente alle sagre deve tenersi conto degli interessi di entrambe le parti ovvero società sportive o con fini sociali che le organizzano da una parte e ristoratori dall'altra; è giusto che le società possano finanzarie le proprie attività con le sagre ma devono essere tutelati anche i legittimi interessi dei ristoratori; su questo argomento la precedente giunta comunale è intervenuta con un apposito regolamento delle sagre che prima non esisteva; certamente tale regolamento può essere migliorato; per questo motivo ritengo soltanto a titolo personale che il punto principale sia quello su cosa si può mangiare alle sagre, più che la durata delle stesse che comunque va analizzata in un confroto serio e civile; la sagra deve riguardare un piatto preciso e sul medesimo gli organizzatori possono sbizzarrirsi su varie ipotesi di antipasti, primi e secondi; sono però assolutamente contrario a sagre dove si mangia di tutto e si trova di tutto al di fuori del piatto tipico perchè in tal modo si colpiscono economicamente i ristoratori.
2) alla gente le sagre piacciono sicuramente ed è per questo che devono essere mantenute ma con una organizzazione in tema di piatti diversa;
3)si continua a fare ma si prende l'abitudine di confrontarsi anche con i commercianti e di sentire e magari accettare, compatibilmente con le risorse di bilancio, le eventuali proposte o i suggerimenti che i medesimi possono portare; ci sarà sempre qualcuno che magari la pensa in un modo diverso ma la concertazione, naturalmente nella discrezionalità che rimane all'Amministrazione Comunale, credo sia la cosa più giusta.
Silvia Spaggiari, ristoranante L'Ovosodo:
Se mi chiedi le sagre sono troppe ti rispondo si, sono troppe: spuntano come i funghi (vedi la sagra del tortello). Se mi chiedi sei a favore delle sagre? Ti rispondo di si, sono a favore delle sagre se regolamentate. La sagra deve essere per me a promozione del territorio. Le associazioni sportive hanno bisogno di incrementare le casse per offrire servizi migliori e non gravare sulle tasche delle famiglie, ma le sagre non possono sostituirsi ai ristoranti. Ti faccio un esempio: se si fà ad Orbetello la sagra dell'anguilla ci deve essere l'anguilla non la braciata di carne, i tortelli, il risotto alla pescatora e il fritto misto, altrimenti non è più una sagra: è un ristorante all'aperto e allora noi ristoratori che facciamo? Ad Orbetello di inverno non C'E' UN CAZZO e noi siamo lì tutte le sere per dare anche un servizio, e passiamo il tempo a fare i solitari! Facciamole ma facciamole bene! Quindi a promozione del territorio in periodi dell'anno giusti inseriamo anche qualche cosa di culturale: mostre fotografiche, prodotti locali. Coinvolgiamo i ragazzi. Allora diventa un valore aggiunto altrimenti è una lotta tra poveri! Per quanto riguarda i commercianti è un altro discorso: bisogna che tutti si mettano in testa di avere una mentalità più aperta: se un' inziatva va meglio per un settore l'altra andrà meglio per un altro. Bisognerbbe iniziare a capire che se per esempio io oggi lavoro, domaniv poi vado (ed io che ho la fissaione..)e mi compro un bel paio di scarpe: è una ruota! Bisogna imparare ad accettare le decisioni della maggioranza (una volta va bene a te una volta va bene a me) e poi BISOGNEREBBE SOPRATTUTTO IMPARARE CHE NON SI PUO' SOLO CRITICARE, in un paese che secondo me ne fà uno sport! Quindi non fare niente? Certe volte l'ho pensato! Non si meritano nienta ma NO, andare avanti fregandosene di un mare di critiche perchè a rimetterci siamo noi persone che ad Orbetello vogliono bene veramente!
Vecchia Cantina d'Orbetello, ristoratori
Secondo il nostro parere le sagre sono troppe e anche organizzate in modo da disturbare la ristorazione locale. Però non è detto che non debbano esistere: l'unico problema è che, in tempi di crisi maggiormente, chi ha degli obblighi verso lo stato e altre istituzioni che non ci lasciano respirare per tante piccole esigenze imposte, a loro non mettono i paletti dovuti(oneri praticamente inesistenti e parametri che noi invece non possiamo sfuggire). Oltretutto in periodi morti, in una zona stagionale, non dovrebbero essere permesse, visto i pochi turisti che circolano e tutte le spese a carico che hanno le attività senza un lavoro costante. Quanto agli eventi, sono fondamentali in un paese: abbiamo bisogno di feste , manifestazioni , eventi culturali, tutto quello che possa attrarre la gente (ma che non siano monopolizzati dalle sagre dove si propone, oltre il mangiare, spettacoli e mercatini vari).
Michela Paolini Padovani
Dovendo scegliere tra a, b e c, sceglierei la b! Ma da brava donna che non sa essere sintetica preferisco spiegarmi meglio...
a) Le sagre stanno diventando troppe "per colpa" anche della legge regionale che autorizza praticamente ogni tipo di sagra purchè svolta su terreno privato e da un soggetto iscritto al registro competente. Questo è un problema oggettivo che il Comune può ovviare in parte con una calendarizzazione temporale specifica concordata con tutti anche con le Associazioni di Categoria competenti.
b)Effettivamente le sagre così come sono organizzate entrano in competizione troppo diretta coi ristoratori "ufficiali". Le sagre dovrebbero essere una rappresentazione delle specificità tipiche del territorio attraverso una valorizzazione dei prodotti tipici e delle tradizioni. Questo può e deve essere il punto di partenza su cui lavorare se vogliamo davvero far diventare le Sagre delle manifestazioni che vadano a favore del nostro territorio. Devono comunque essere preservate le sagre con storia trentennale o più portandole comunque in uno schema comune riguardo alla durata e alla specificità. Secondo me va tutelato l'esistente senza esagerare con la proliferazione del nuovo senza criterio.
c)La c no! Però vanno regolamentate anche con fermezza per non nuocere ai ristoranti, limitandole solo a quelle che non hanno un puro fine economico ma che tutelano attività sportive storiche del nostro territorio e che trovano nelle sagre linfa vitale per il ruolo sociale che svolgono.
PUNTO SECONDO:
Alla gente piacciono ed è giusto e comprensibile che sia così. Ripeto che se tuteliamo il prodotto con una giusta regolarizzazione degli eventi possiamo mettere tutti d'accordo. Certo non tutti potranno essere contenti ma trovare un accordo è possibile. Per esempio: non oltre i 9 giorni di durata, non più di 3 primi e 3 secondi con almeno due per ogni portata legati a un prodotto fortemente tipico del territorio può essere un punto di partenza. In questo modo si tutela il ristoratore che può far valere una migliore qualità e servizio e non si annulla la possibilità per le società che organizzano le sagre di trovare risorse alternative per portare avanti il loro ruolo tra la gente. Una proposta che mi viene da fare è quella di dedicare parte dei proventi delle sagre stesse a progetti sociali specifici che ogni società dovrebbe creare nel proprio ambito e pubblicizzare prima dell'inizio dell'evento.
PUNTO TERZO:
Hai ragione! In merito a ciò che affermi nei cinque anni del mio mandato da Assessore ne ho viste di tutti i colori!Gli eventi disturbano ma poi quando non ci sono tutti si lamentano della loro assenza. Gli eventi vanno organizzati e va fatto vivere l'intero territorio comunale considerando le specifiche di ogni realtà territoriale. La carta vincente deve essere il coinvolgimento massimo delle realtà come le Pro Loco, che devono essere propositrici di manifestazioni e aggreganti anche in termini di sponsorizzazioni e non solo esecutrici di spettacoli realizzati con soldi pubblici. Un ottimo esempio di come i commercianti possono essere coinvolti, ed anzi possono essere i soggetti attivi a tutti gli effetti, sono le manifestazioni del CCN “Centro Storico di Orbetello”, dove gli stessi sono propositori ed organizzatori di eventi che vanno a beneficio della loro categoria ma anche e soprattutto dell'intera cittadinanza. L'Amministrazione Comunale deve essere capace di saper organizzare alcune cose direttamente e poi di supportare e coordinare le manifestazioni organizzate dalla associazioni del territorio. Come? Beh...è lunga! Ognuno ha il proprio stile e il proprio modo di fare...adesso lasciamo lavorare gli amministratori frutto del cambiamento!
Matteo Valeri, ristoratore - Barakà lounge bar & restaurant
Partendo dal fatto che sono favorevolissimo alle sagre, non posso pero' non esprimere congratulazioni per chi ha scritto l'articolo su "marremma news" che mi trova d'accordo in ogni sua parte.
Il periodo di crisi che stiamo passando è oramai pane quotidiano, vedi la scarsa affluenza di turismo,il soldo non gira, la pressione fiscale ti strangola. A questo vanno aggiunti i minuziosi (e giustissimi) controlli igienico sanitari che assomigliano piu' ad un telefilm tipo CSI. Per non parlare di costosi e costanti corsi di REC - HACCP - SICUREZZA SUL LAVORO - CORSO ANTI INCENDIO - PRIMO SOCCORSO.....questo non si puo' fare quest'altro nemmeno...
Con questo cosa voglio dire, se ci sono delle leggi così severe perchè non sono uguali per tutti? Perchè devo vedere ragazzini che scorrazzano in mezzo a pentoloni di olio bollente, a braceri improvvisati o a cucine a cielo aperto? Perchè invece di proporre un prodotto tipico, vengono somministrati 3 tipi di primo, 3 di secondo dolce, molto spesso preconfezionato, diverse etichette di vino grappe amari e caffè......?
Tutto questo si dice viene fatto per aiutare le associazioni sportive...niente in contrario, ma un calciatore dilettante non puo' prendere uno stipendio da 900 euro (perchè c'è chi le prende..), Un' associazione bocciofila, con una media di 600/800 coperti a sera, cosa ci fa di tutti quei soldi? ci paga le trasferte per i prossimi campionati di Dubai?...
Ovviamente sono solo personalissime opinioni, ma così NON SI PUO' ACCETTARE, è palesemente ingiusto, fuorilegge e scorretto nei confronti di chi ogni giorno COMBATTE per la sopravvivenza e per dare lavoro a persone tutto l'anno.
QUINDI : Una attenta regolamentazione nel numero dei giorni,che devono essere ridotti.
Stessi controlli igienico sanitari che devono assolutamente essere rispettati, altrimenti sanzioni o chiusura (come del resto succede a noi commercianti).
Rispetto del prodotto tipico locale e del nome che porta la sagra, alla sagra del tortello si mangerà il tortello.
Regolamentazione ARPAT di impatto acustico, per concertini e spettacoli all'aperto.
Rispetto della 626 sicurezza sul lavoro.
DIVIETO DI LAVORO MINORILE.
Troppo severo......non credo proprio. Se queste sono le leggi, DEVONO ESSERE UGUALI PER TUTTI, o altrimenti chiudete un occhio anche per noi....che dite?!
Per concludere e rispondere al "punto terzo" Io sono, molto favorevole ad ogni tipo di iniziativa che possa portare movimento nel nostro paese, per evitare di trasformare Orbetello in "MORTELLO" come è già successo a "MORTO ERCOLE" scusami Porto Ercole che per via di facoltosi ricconi con la seconda, terza casa, che vogliono la tranquillità e non portano NESSUN INDOTTO (perchè la spesa se la fanno fuori....) che a suon di esposti tartassano i colleghi commercianti. APRITE LE MENTI, VIAGGIATE, se non siete creativi COPIATE E INCOLLATE! NOI VIVIAMO DI TURISMO E NON DI FABBRICHE. EVENTI EVENTI ED EVENTI DI OGNI SORTA E NATURA PURCHè RISPETTOSI DI CHI QUI CI LAVORA TUTTO L'ANNO..
Marcello Stoppa, assessore e vice-sindaco di Orbetello
Storicamente le sagre nascono tanti e tanti anni fa come risposta spontanea alla necessità di autofinanziamento di talune associazioni sportive o di altro genere per finanziare e promuovere attività e manifestazioni di carattere sportivo, sociale, culturale che diversamente dovrebbero essere sostenute dalla pubblica amministrazione.
In altre realtà, il finanziamento a tali iniziative deriva da settori completamente diversi, in alcuni casi dal settore turistico ricettivo e della ristorazione.
Oltre a ciò nel tempo le sagre hanno determinato un fenomeno di aggregazione che ha caratterizzato taluni ambiti divenendo fulcro intorno al quale sono cresciute coesione e solidarietà tra le varie componenti di una comunità oltre che a promuovere prodotti tipici della tradizione locale.
n origine però queste manifestazioni nel comune di Orbetello erano abbastanza limitate e organizzate in modo "artigianale". Successivamente sono aumentate tanto da essere presenti oggi in ogni realtà urbana del nostro territorio e talvolta si è persa la connotazione della originalità della manifestazione.
Ad oggi, con la profonda crisi economica che stiamo attraversando, anche il comparto della ristorazione subisce ripercussioni importanti tali da provocare una profonda crisi di settore per cui una più attenta regolamentazione può portare a un inquadramento più corretto di queste manifestazioni.
Ovviamente i due settori vedono il problema in modo diametralmente opposto e chiedono alle amministrazioni di salvaguardare i propri interessi.
Il Comune di Orbetello nel 2007 ha affrontato la questione stilando un regolamento tutt'ora vigente che però viene ritenuto non idoneo a far fronte alla situazione.
La attuale amministrazione comunale ha partecipato a numerose iniziative che trattavano l'argomento nel tentativo di meglio regolamentare con parametri condivisi la materia, quantomeno a livello comprensoriale con i comuni a noi vicini : Grosseto, Magliano, Manciano, Capalbio, Monte Argentario, nella consapevolezza che solo impostando regole condivise si possa dare una risposta completa alle questioni sul tavolo.
In tal senso va l'azione dell'attuale amministrazione di Orbetello che è intervenuta sul testo del regolamento vigente apportando alcune modifiche strutturali che sottolineano la necessità di sottoporre queste manifestazioni a taluni criteri precisi.
A breve sarà reso pubblico il nuovo regolamento modificato per essere illustrato alle parti in causa.
Roberto Miralli, consigliere con delega agli eventi
Le sagre fanno parte del tessuto sociale, visto che in questa zona ci sono da 40 anni. Ormai da diversi anni i ristoratori sono sul piede di guerra, sostenendo che queste tolgono posti di lavoro e la difesa dei posti di lavoro è sacra, è altrettanto vero che piacciono alla gente e sono utili perchè gli introiti servono per funzioni sociali e anche per attività sportive giovanili. Miscelando il tutto, credo che le sagre debbano esistere, ma non devono essere una concorrenza sleale, quindi devono dimostrare le proprie attività e offrire qualcosa che possa essere utile anche in chiave occupazionale, ed in questo senso stiamo studiando una soluzione, che possa in qualche modo essere piu equa possibile. Per quanto riguarda gli eventi, io penso che se non si fà nulla va male a tutti, perciò bisogna aprirsi e collaborare con le varie iniziative, perchè anche il commercio deve progredire.
Alessandro Ragusa, assessore
Proverò a dare il mio contributo in questa intricata vicenda, che poi altro non è che la posizione che ho portato all’interno dell’Amministrazione. Parto dal presupposto che non ritengo del tutto valida l’impostazione che cerchi un conflitto così pesante fra il mondo delle sagre ed il mondo della ristorazione e qualora questo conflitto vi fosse realmente, forse tutti dovremmo iniziare a sederci e capire come mai due mondi così distanti e diversi si trovino a competere sullo stesso campo. Siamo consapevoli che il periodo di crisi economica non permetta di abbassare la guardia sulle economie che spostiamo sul nostro territorio ma, oggettivamente, non ritengo veritiera l’opzione per la quale le sagre intercettino in qualche modo tutto il flusso dei potenziali clienti dei ristoranti. Molto più semplicemente ritengo che se la sagra non vi fosse tutti quei coperti consumati sarebbero consumati in larghissima parte, quasi nella loro intera totalità, a casa e non nei vari ristoranti del territorio. Pur tuttavia ritengo legittime alcune considerazioni che dal mondo della ristorazione vengono avanzate, ed allora vorrei inquadrare le sagre all’interno del contesto economico e sociale del nostro Comune, rispondendo alla domanda fondamentale: “a che cosa servono le sagre?”
In primo luogo credo fermamente che oggettivamente svolgano una funzione di coesione e partecipazione sociale che con altre manifestazioni non riusciamo e non riusciremmo ad ottenere. Chi vi lavora (la maggior parte lo fanno volontariamente) chi vi mangia, chi esce e va a guardare lo spettacolino organizzato dalla sagra, sono tutte persone che per un determinato periodo di tempo ribaltano le loro abitudini di “clausura” stando per un po’ all’aria aperta insieme alle altre persone; questo è un effetto determinante ed importante da non sottovalutare.
In secondo luogo, in particolar modo per le frazioni, le sagre rappresentano uno dei pochi momenti di vita comunitaria della popolazione. L’Amministrazione quando organizza eventi, solitamente li realizza nel centro del comune (e qui potremmo aprire una lunghissima discussione, ma non è all’ordine del giorno quindi ne prendiamo oggi semplicemente atto) dove sono concentrate la maggior parte delle attività di ristorazione. E le frazioni? Rimangono decisamente sempre a secco. Ecco, le sagre delle società sportive o delle proloco, permettono in qualche modo di sopperire alle attività che dovrebbe realizzare il comune ma che per questioni di economia non riesce a fare.
Terzo ed ultimo punto, molte sagre, non tutte, ma molte, sono organizzate da società sportive, che ospitano settori giovanili, che pagano le spese di gestione delle strutture a volte, ahimè, obsolete e quindi molto costose, esercitando tuttavia una funzione di controllo sociale sulle giovani generazioni che con i tempi che corrono risulta di estrema importanza.
A questa ultima obiezione in molti risponderanno: “e perché mai una società dovrebbe pagare un calciatore mille euro al mese?”. Anche qui potremmo aprire un capitolo infinito, ma rispondo con una soluzione molto più semplice che è la seguente. Considerato che lo scopo che fino adesso ho richiamato è quello di un servizio “sociale” ritengo opportuno che chiunque faccia una sagra consegni i bilanci della società e testimoni e certifichi che quei soldi vengono utilizzati ed investiti per fini di pubblica utilità, se non sussistesse questa condizione non riterrei opportuno la realizzazione della stessa. Analogamente ritengo utile cercare di regolamentare un po’ il servizio che viene offerto, insomma, se si fa una sagra, si cerchi di concentrarsi intorno al prodotto che si offre, magari accostando una sola alternativa per chi proprio quel prodotto non lo mangia. Vorrei dire dunque che una sagra che offre un ventaglio di 15 piatti è certamente una degenerazione. Un ulteriore punto che riterrei utile analizzare è l’opportunità che le sagre vengano gestite un po’ più unitariamente al livello di infrastrutture. Insomma se due o tre società si mettessero d’accordo realizzando una sagra con le stesse strutture –magari sotto il coordinamento dell’Amministrazione comunale-, i costi da ammortizzare potrebbero certamente diminuire ed a quel punto a parità di utile netto per le società, potremmo ragionare su una sensibile riduzione dei giorni.
Ecco dunque il mio non breve contributo sulle sagre. Potrei continuare ancora per molto ma mi fermo forzatamente dicendo l’ultima cosa. Il lavoro dell’Assessore Stoppa è stato certamente pregevole, raccogliendo le numerose ed anche conflittuali istanze che provenivano da molte rappresentanze. Certamente il risultato finale che si rispecchierà nel regolamento delle sagre sarà di qualità e potrà costituire un buon inizio, certo perfettibile, per una risoluzione definitiva dell’eterno conflitto estivo.
Grazie a tutti per la squisita disponibilità.
E grazie all'amico Marco Capitani che ci fa pervenire questo suo commento:
La discussione è viva da anni e la crisi non fa altro che acuire lo scontro comunque volevo solo ricordare che un regolamento già c'è! Si potrebbe fare di meglio? Sicuramente! Ma se nel frattempo si prestasse qualche attenzione in più a uno strumento che comunque esiste nonostante qualcuno finga il contrario, tante "chiacchiere", da parte di quel "qualcuno", potrebbero essere risparimate. Il resto, come dice Noemi, sono solo parole, talvolta interessanti, talvolta costruttive e talvolta terribilmente demagogiche rivolte a una cittadinanza che, secondo il solito "qualcuno", probabilmente vive su Marte.
cerca regolamento sagre Orbetello nel sito del Comune: www.comune.orbetello.gr.it
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