Generalizzare è idiota, oltre che pericoloso. Vero però che esistono delle condizioni socio-cultural-ambientali che magari finiscono pure con l'avere il loro perchè nell'identikit di una popolazione piuttosto che un' altra. Crescere orbetellana, figlia di orbetellani e mamma di orbetellani, con le anguille sfumate, la sabbia della feniglia, lo struscio sul corso e tutto il resto nel DNA garantisce dei verosimili crismi di caratterizzazione? In soldoni: le donne orbetellane, le nostre donne, hanno o non hanno un profiling da definire con una qualche certezza? Sono o non sono fatte cosi e colà? Manteniamoci semi-seri, per l'amor del cielo, dato che qui nessuno è remotamente titolato a avventurarsi in tesi socio-antropologiche da villaggio-vacanze. Ma diciamocelo: sono le nostre mamme, le nostre amiche, le nostre mogli, le nostre ganze: le conosciamo!
Una donna che si dà da fare, nonostante non sia esattamente questa la fama che precede noi orbetellani in generale. Anzi, io vivendo qua ho sempre avuto l'impressione che la capacità di cavare un ragno dal buco (o cavarsi un dito dal culo, come avrebbero detto le nonne) da queste parti sia sempre stata una prerogativa prevalentemente femminile (forse in generale?..) mentre l'orbetellano maschio è più ciambrano e ama trovarsi le cose bell'e scodellate. Una donna tutto sommato piuttosto moderna rispetto a ciò che si potrebbe pensare di chi vive in un piccolo centro di mare nel cuore della Maremma Toscana. A volte un pò sensibile al concetto di modernità che ti rifilano in tv, non esattamente cosmopolita. Ma tutto sommato si, moderna e pratica. Non ho amato il (lungo) periodo in cui sembravano tutte smaniare di smuovere il SUV per andare a prendere il bebè a scuola a 500 passi contati da casa o scapicollarsi in agenzia a prenotare vacanze ultra-cafonal a Sharm-el Sheik, finte come le Barbie da collezione.
Ma quel periodo mi sembra tutto sommato passato e passè. Arrivano i tempi di crisi e la donna orbetellana si riplasma a loro immagine e somiglianza: pragmatica, più parsimoniosa, onesta nell'ammettere il momento durissimo e "basta co ste stronzate Hello Kitty che fra l'altro non s'affrontano..Di scarpe ti metti queste e non rompere i coglioni". Una donna soventemente conservatrice se è vero che proprio noi costituiamo sta specie di pecora nera nel sinistrorso panorama socio-politico toscano più in generale, ma non ottusa, non estremizzata nelle convinzioni, neppure remotamente razzista eccezion fatta per qualche raro esempio più ascrivibile a patologie di tipo psico-comportamentale che a ideologie vere e proprie.
Una donna attiva, che si tiene in forma, che frequenta le palestre in gran quantità e con grande slancio ma che ama mangiare, bisbocciare di quando in quando, la sagra, la cena con gli amici, lo sghiozzo di pizza sul Corso mezz'ora prima di cena.
Animale sociale a dosaggio controllato, la donna di Orbetello esce volentieri, non si chiude, sta in piazza a chiacchera e passeggia volentieri tra le bancarelle del mercatino: ma francamente non è la donna da festa patronale col ballo liscio in piazza e cofana cotonata di fresco per l'occasione. Si ferma a guardare lo spettacolo, magari ne parla per giorni e spettegola con le amiche, ma lì per lì si scalda il giusto, applaude il giusto, e soprattutto assiste: non partecipa. Pubblico, niente ribalta.
Ma ama ballare, quando può và, frequenta corsi di ballo e finalmente esce un'oretta la sera proprio per la lezione di social-dance (sic), cosa assolutamente impensabile fino a una quindicina d'anni fà, e caparbissima nel coinvolgere in questo il marito che dall'alto della propria leggiadria in pista se ne rimarrebbe volentieri a casa a guardare le farfalline di Belen in tv ma "se non vieni te vado da sola" e allora vai col tarascone alla Bocciofila. Religiosa, non bigotta: si alla processione quasi come statement sociale, segno di disponibilità e cuore, mai di devozione cieca e senza interrogativi: madonne umanissime che a volte sbuffano un pò, non Madonnine del Petrolio che piangono, sanguinano, appaiono, scompaiono e ne fanno di ogni. Queste attitudini sono assai più facilmente riscontrabili in posti e luoghi contigui al nostro, ma niente nomi nè indicazioni nemmeno sotto tortura. La reliquia da conservare in casa una settimana ciascuno con relativo pellegrinaggio di pettegolezzo e preghiera a casa di questa e quell'altra da queste parti hanno la stessa aderenza alla realtà che può avere Star Trek negli episodi più gagliardi. Altrove, invece, queste cose acchiappano e come.
Una mamma che cresce i figli consapevole di farlo in un luogo tutto sommato salubre e non particolarmente a rischio, anche se poi il colpo di merda del figlio dibosciato ti tocca a Neghelli come a La Cruz se la sfiga ti perseguita, e che perciò non eccede in paranoie e morbosità su sesso disinvolto e canne a go-go perchè sa che tanto l'adolescenza dei figli non è mai una passeggiata di salute, e le esperienze i figli se le fanno che a noi e a Giovanardi piaccia o no. Ma il sapere che il tutto avvenga praticamene sotto casa in un paese che dimostra una certa ostilità e non solidarietà verso gli stili di vita un minimo estremi, la tranquillizza in parte e la rende una mamma più tollerante e comprensiva che altrove. Poi però ti fermi un attimo, rileggi quello che hai scritto e capisci che se avessi descritto la donna di, che so, Orvieto anzichè Orbetello, ne sarebbe venuto fuori un ritratto assolutamente somigliante se non identico. Perchè questa di cui sopra è forse più in gererale la donna italiana dei nostri giorni e la donna orbetellana lo è: la donna italiana dei nostri giorni, con la dolcezza e gli spigoli, gli slanci e i limiti, i sussulti e le arrese che non cambiano da città a città, di regione in regione.
Ma avendola frequentata per tanti tanti anni, ormai, e facendomi per un attimo drammaticamente serio, una caratteristica che invece è veramente tipica della donna di qua, di cui ho sempre fieramente riferito e raccontato nei miei periodi di migrazione a chi la donna orbetellana non l'ha conosciuta personalmente, che comprende una gamma di nomi, età, condizioni e realtà che vanno da mia madre, passando per le amiche, arrivando alla ragazza giovane con la quale condivido l'esperienza Laguna Trend, è quella caratteristica che è speciale proprio perchè noi siamo nati e cresciuti in un piccolo centro, in una terra, quella di Maremma, dove la gente ha fama di essere dura e poco ospitale, dove di stimoli esterni ne arrivano col contagocce e dove non sempre è possibile andarseli a cercare fuori: l'apertura mentale. Questa si congenita, ambientale, di specie, antropologica o chissà cosa, che le caratterizza tutte con poche, rarissime eccezioni. L'apertura mentale: che non te la garantisce il vivere a New York nè il laurearti alla Bocconi, non te la garantisce il talento da artista nè un credo religioso a-la-page. La donna orbetellana decide di esserlo, aperta, perchè qui è cosi che va e non ci sono altre opzioni. Altro che provincia, altro che paesino di mare, altro che Maremma. La donna orbetellana è di mente così aperta da renderle agevole e sopportabile doversi confrontare con mentalità e stili di vita, come quelli di chi scrive, che non potrebbero essere più distanti da lei, e trovarlo pure utile e gradevole. Rispetto.
UN MENU COMPLETO DA PREPARARE ASSIEME NELLA GIORNATA CHE IL MONDO VI DEDICA!
Un antipasto: PATATE MIMOSA - suggerimento di Silvia Spaggiari
Per l'antipasto della vostra specialissima festa, armiamoci di 5-6 patate da sbucciare e ridurre a rondelle, per poi naturalmente lessare. In un pentolino, intanto, sciogliamo del gorgonzola nel latte, aggiungendo una bustina di zafferano e un bel tocco di burro ad amalgamare. Una crema dal sapore e dai colori inequivocabili che adageremo sulle patate, et voilà: semplice, gustosissimo e terribilmente "otto marzo".
Un primo: RISO MIMOSA - suggerimento di Daniela Innocenti
Il dosaggio è quello basic per due, ma solo perchè voi vi regoliate a vostro piacimento: che non è certo oggi la giornata per la cenetta tète-a-tète! Con 100 grammi di riso e 400 di spinaci (e visto i festeggiamenti che incombono, vada per il surgelato, che è piu veloce!)
due uova lesse, parmigiano, dado veg e latte.
Si lessa il riso in acqua salata e acchiappa la dritta: Daniela suggerisce di lessarlo in acqua fredda, due bicchieri d'acqua ogni bicchiere di riso. Scolarlo ancora ben al dente e nel frattempo lessare gli spinaci, strizzarli ben bene e frullarli con un pò di latte (in realtà perchè no la panna, ma la prova costume incombe, e fate voi..) e un cucchiaio di parmigiano che aiuta consistenza e morbidità. A questo punto insaporiremo la crema di spinaci in una padella antiaderente con un po di dado veg e unirla al riso, amalgamando fino al raggiungimento di un bel verde. Stendere il riso ancora fumante su un piatto da portata e sbriciolarvi sopra a pioggia i tuorli che avevamo lessato in precedenza e servire. Effetto mimosa: bello da vedere e da gustare!
Un secondo: PEPERONI 8 MARZO - suggerimento di Silvia Spaggiari
Prendiamo dei bellissimi peperoni gialli: laviamo bene bene e sezioniamo a metà. In una ciotola prepariamo della ricotta con alici a pezzettini, sale pepe e un dito di olio. A questo punto la composta è pronta per essere inserita nel peperone che avevamo appunto aperto a metà. Sopra, invece, pangrattato e scagliette di burro. Nella teglia invece stendiamo un po d'olio e un goccio di vino, per poi infornare e, a cottura terminata, servire ancora fumanti!
e naturalmente, per finire in bellezza..DOLCE MIMOSA - suggerimento di Nadia Castriconi
Va da se che per il dolce simbolo della giornata dedicata alla donna è richiesta la preparazione del panducale. E il problema dov'è? Tre uova, sei cucchiai di zucchero, sei di farina, una bustina di lievito, mezzo bicchiere di latte. Una bella teglia tonda e alta e in forno: cottura moderata. E già ci sembra di sentire la fragranza.
E a questo punto possiamo dedicarci alla crema Chantilly: con tre torli d'uova, mezzo litro di latte, 6 cucchiai di zucchero e tre di farina. Si prepara con la frusta direttamente al fuoco, e si porta a ebollizione, sino a che la cremosità risulti densa e invitante. E la si lascia freddare. Prendiamo una busta di panna per dolci da due etti, e si monta: e Nadia intende si monta bene bene bene. Solo a quel punto uniremo la panna bella montata alla crema di cui sopra. Il panducale, che nel frattempo si è freddato, lo si taglia per lungo: attenzione, non a metà bensì a circa 2/3 di altezza. Si svuota, ne sgranelliamo il contenuto che stenderemo in una teglietta in forno tostare, per poi inumidire con un goccio di Strega o al più rum. A questo punto non ci rimane che riempire di Chantilly, ritappare, inumidire con un goccio ancora di Strega, con la granella tostata da stendere sopra a decorare. Per questo è il vostro dolce. E', come voi, invitante e irresistibile..
A ORBETELLO ANCHE IL RAP E' DONNA
"..ah, si: la canzone è volgare. Lo so anch'io che l'ho scritta, ma quanno ce vo ce vo.."
MALA
Nella nostra Gallery anche l'arte è donna!Graziella Pesenti:
Maria Cristina Picciolini:
Tiziana Solimeno:
Laura Carotti:
GIRLPOWER!
ORBETELLOTTO MARZO 2012
i ritratti di donna sono di Innocenteventi e Michele Amoroso
Orbetellove ringrazia il ristorante L'Ovosodo per la "squisita" disponibilità
"La donna è per natura più capace di sacrificio. La nonviolenza, perciò, le risulta più facile." Gandhi
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