E poi bando agli indugi e vai col trito finissimo: aglio, prezzemolo e peperoncino, aggiungendovi poi un pestato di semi di finocchio e cumino. Mixare il tutto con farina di ceci e impastare con acqua fredda (tanta quanto ne serve per avere un impasto che a occhio abbia la giusta consistenza) e un paio di prese di sale. Lasciare riposare l’impasto in frigo per almeno un paio di ore, ad indurire, e a questo punto, con le mani bagnate, formiamare delle piccole polpettine attorno a ogni mozzarellina, da ruzzolare poi nel pangrattato, friggendo fino ad una giusta doratura. Il risultato è un ibrido tra i classici felafel e le mozzarelline fritte. Qualcosa che lo stesso Michele definisce una goduria, e chi cacchio siamo noi per dubitarne..
E anzi: se la goduria è confermata, allora seguite il nostro consiglio e fate un salto su questo blog, aggiungendolo anzi ai vostri preferiti: una volta che qualche maschio ai fornelli si rivela anche solo appena più utile di una ginocchiata nelle palle, vorremo mica lasciarlo lì a vagare sconsolato nel cyber-spazio..
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