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venerdì 27 dicembre 2013
Un brutto Natale. Punto.
Non è mai colpa di nessuno. Anzi, si: di qualcun'altro. Lo scarica barile è uno sport assai praticato, uno dei più praticati in assoluto, da ste parti come nel resto d'Italia.
Ma stavolta crediamo che colpe, responsabilità, inerzia, inadeguatezza e incapacità ci siano eccome. Da ripartire col bilancino, in modo equo, bi e tripartisan, tra tutte le parti in causa.
Responsabilità per cosa? Per il Natale più brutto, triste e misero fra tutti quelli che riusciamo a ricordare. Premettendo che persino quello dello scorso anno, nel periodo post-alluvione, al confronto era Rio nei giorni del carnevale..
Le famose luminarie a macchia di leopardo (ok che l'animalier è tanto tornato quest'anno, ma insomma..), qui si e là no, noi glamour e voi micragna, noi Broadway e e voi periferia di Crotone a notte fonda, che si ripromettono di ottenere questo fantastico risultato che tutti nel 2014 pagheranno la loro quota senza batter ciglio, estasiati alla sola idea di pagare, aggiungendo magari pure la mancia, pur di non incappare di nuovo nella sanzione punitiva, nel castigo per la marachella di quest'anno intanto hanno ottenuto il risultato di piazze e vie buie, tetre, tristi. E il prossimo anno vedremo. Ma intanto è questo. Senza tema di smentita. Una Orbetello desolata, triste, brutta. Semplicemente brutta.
E naturalmente non un babbo natale, una slitta, un coro, un'orchestrina, una qualche animazione, un po' di musica in filodiffusione, e perciò non Oxford Street ma semplicemente cose che bene o male negli anni passati se non altro eravamo riusciti a intravvedere: niente di niente, il nulla cosmico, il Nirvana, un paesaggio post-atomico. Neppure un cazzo di albero di Natale in piazza. Vergogna: una situazione da Guinnes dei primati, più unica che rara. Una roba che definire indecorosa è un eufemismo mattacchione. Con conseguenti presenze, nei giorni di punta e nello shopping weekend, talmente ridotte da poter fare l'appello. In barba, a proposito di appelli, a quello di Edascom di cui abbiamo abbondantemente parlato in questo blog, a "scegliere Orbetello", appello che noi volentieri abbiamo sottoscritto e contribuito nel nostro piccolo a divulgare. E sinceramente non sappiamo con quale coraggio.
Stabiliamo subito un principio che reputiamo elementare: non è solo nell'interesse dei commercianti (cioè bene o male dell'economia di questo paese o parte di essa) che Orbetello deve essere ravvivata in questo periodo dell'anno. E' sicuramente anche nel loro interesse, ed è per questo che è loro richiesto di contribuire, ma non solo nel loro interesse: bensì nell'interesse dei bambini, delle famiglie, dei pensionati, dei ragazzi. Il centro di Orbetello non può essere ridotto a un centro commerciale. Non lo è. O perlomeno è anche quello, non solo quello. Una volta che i commercianti e chi li rappresenta si sono accordati su come intervenire (punizioni di cui sopra comprese) il problema non è risolto e tutto bene madama la marchesa. Perchè se l'unica cosa su cui legittimamente i commercianti si sentono di intervenire sono le luminarie, allora qualcun altro deve provvedere al resto. E parliamo di un'amministrazione che a volte nella propria scala delle priorità declassa di brutto, sottovaluta spocchiosamente il diritto sacrosanto di chi contribuisce, di chi paga, di chi anzi è tartassato a un pò di svago, a un pò di atmosfera, a poter mettere il naso fuori casa senza spendere necessariamente uno struppio di quattrini. E questo vale per il Natale come per l'estate, il carnevale, le feste patronali etc.
Questo è sia un diritto dei cittadini che un insindacabile dovere di chi è chiamato ad amministrare al meglio questo come qualsiasi altro paese o città. Questo è l'abc della buona amministrazione. Altro che cazzi. Ci vengono in mente tempi persino peggiori, più drammatici e miserabili in cui comunque si è cercato di regalare ai cittadini una boccata d'aria, un momento di relax, un quarto d'ora di distrazione dalle magagne della vita di tutti i giorni. Altro che crisi. Se non lo si fa, delle due l'una: o non lo si vuole fare, o non lo si sa fare. E di scappatoie non ne vediamo molte altre. Cosa dire infatti di una Pro Loco che, fatto salvo il lavoro di sportello che definiremmo non solo eccellente ma addirittura eroico visto le disponibilità, è ormai totalmente incapace di qualsiasi iniziativa, di assemblare e gestire volontariato, di reperire fondi, di riuscire semplicemente ad avere un perchè nella vita socio-culturale di questo paese con una sola, unica, urticante eccezione che è la famigerata cena vip (a scrocco) riservata sempre alla solita compagnia di merende (merende dispendiosette, ci risulta..) per L'Anguilla d'Oro (la che?..), che mai come quest'anno è risultata fuori luogo, inappropriata, trash? E non parliamo solo di chi spreca energie e risorse per organizzarla, ma di chi vi partecipa: e rifiutatevi, cazzo. Chiedete di pagare, se siete così vip. Chiedete di pagare e aggiungete qualcosina da devolvere a una buona causa, come si fa in tutte le cene di gala del pianeta, e pregate la Pro Loco o chi per essa di impiegare altrimenti tutti quei soldi. Siate voi a farlo.
Ma vuoi vedere che se così fosse, il tanto strombazzato successo della consegna del "prestigioso" premio ne uscirebbe a dir poco, ehm.. ridimensionato?.. Una Pro Loco che, ci veniva suggerito durante un dibattito a RadioAttiva, dovrebbe essere punto di riferimento per le Pro Loco cosiddette minori, quelle delle frazioni, e che finisce col non essere punto di riferimento per nessuno e per niente, mentre ovunque, che sia Albinia o lo Scalo o Fonteblanda, si fa, si disfa, o perlomeno ci si prova.
E un'ultima cosa, stavolta proprio per i nostri amici commercianti, e lo diciamo senza sarcasmo perchè nella maggior parte dei casi di amici si tratta e anzi, carissimi amici e collaboratori: non vi sembra una cosa non più tollerabile l'orario-siesta nel giorno della vigilia? Perchè a noi si. A noi e a molta altra gente sembra proprio quello: intollerabile. Una stortura che non ha eguali. Un altro primato di cui faremmo volentieri a meno.
Trattasi di un "evento" (che non dovrebbe essere un evento bensì la buona norma) magari da dover adeguatamente pubblicizzare e divulgare, dato che ahimè qui da noi suona totalmente alieno, e poi magari da supportare e arricchire con altre piccole iniziative di contorno. E che magari inviterebbe molti proprio a fare quella "scelta", cioè a scegliere Orbetello nell'ultimo giorno utile per lo shopping, ma che se così non fosse va bene lo stesso. Perchè stare aperti anche solo per ospitalità, per un augurio, per fare "atmosfera", dovrebbe essere una cosa talmente di buon senso da non dover neppure starcene tanto a indugiare in questa sede. Complici le condizioni climatiche particolarmente clementi di quest'anno, era una cosa talmente brutta a vedersi quella bella via con tutti i negozi chiusi, talmente antipatica, talmente inopportuna da suscitare sbigottimento. Abbiamo visto persone aggirarsi incredule tra tutto quel "chiuso per lutto" che ci chiedevano: ma davvero sono tutti chiusi oggi? Si: davvero.
Su, ragazzi: questa è stata una mostruosità, una cosa di un'idiozia imperdonabile. Che ci auguriamo di cuore non accada mai più. Non si può dire "scegli Orbetello" e fargli trovare negozi chiusi, piazze buie e disadorne e magari qua e la pure prezzi esosetti.
E dite: una fettina di culo no?..
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