C'è sembrato turbato. E si che parliamo di una persona che in genere non lesina un sorriso.
Ma in questa occasione Nicola Pelucco ha faticato un po' a farcelo vedere, quel sorriso. Come titolare della rinomata gelateria paninoteca Da Pia che si affaccia sulla nostra piazza principale, in cui opera quotidianamente attorniato dal suo mini-clan familiare, ha ricevuto una visita di controllo della Asl.
E fin qui nulla di strano, se si fosse trattato di uno dei controlli di routine che l'agenzia sanitaria svolge per vigilare sulla salubrità delle cose che poi noi dobbiamo gustare.
No, non è questo che non è andato giù a Nicola, quanto piuttosto il fatto che si sia trattato di una visita avvenuta a seguito di un esposto. E di un esposto anonimo.
Ora: preferiamo pensare che così sia stato detto a Nicola magari per non istigarlo a ritorsioni o vendette, come nemmeno in piena terra di ndrangheta, Perchè il fatto che ci si muova per dei controlli su commissione di soggetti così impavidi da non riuscire neppure a mettere in calce la loro lagnanza, lo troviamo anche noi un tantino eccentrico. Una roba da divertirsi a fare un dispettuccio a chiunque ti stia sul cazzo per un motivo o per un altro. Il ruzzino dell'estate 2015.
Il controllo ha naturalmente dato buon esito (per Nicola, non per M.M.M, il misterioso mandante mascherato) e non sorprende, visto che parliamo di un'attività che fa del fare le cose a norma una filosofia, L'accusa era che in quella gelateria paninoteca si servissero dei primi piatti.
E non che Da Pia non sia mai volato uno spaghetto. Il fatto è, come ci dice Nicola, che lui e le persone che lavorano con lui, sul posto di lavoro devono pure mangiarci, a pranzo e a cena, visti gli orari. E si può mica campare di panini e riso freddo. E magari può essere successo che, in uno dei due laboratori preposti (uno per gelati e dolci e uno, appunto, per gli spuntini: a proposito, in quanti possono dire di disporre di due laboratori?) oltre alla più consueta insalata di pollo, si sia preparato un primo. Peccato solo che fosse ad uso degli avventori, e che di pasta in quel locale non ve ne sia stata trovata traccia. Almeno che qualche ex agente della CIA in pensione, infiltrato tra le fila della Asl su commissione del temibile clan dei Peluccos, non abbia fatto la soffiata per tempo, dando modo e maniera ai loschi gelatai con smanie di scantonamento di occultare il carico di bucatini appena importati clandestinamente dalla Colombia. O che il boss Nicola sia riuscito a corrompere i vulnerabili funzionari con un bell'abbonamento stagionale gratuito di cono artigianale gusto nutella-amarena-nocciolone, facendogli chiudere un occhio sul malloppo di fusilli stipati in cassaforte. E qui siamo a Mafia Lagunare, roba da far impallidire Roma capoccia. Che se vogliamo giocare alla spy story, figuriamoci, ci invitate a nozze a noi fans di N.C.I.S.
Rimane l'amaro (e visto che parliamo di una gelateria è un po' un ossimoro..) per un episodio che non è eccezionale di per se, come dicevamo, ma lo è per le modalità. Che se davvero la genuinità delle cose che mangiamo e la regolarità dei modi e dei luoghi dove vengono preparate la dovessimo accertare in un clima di delazione, appostamenti e sguardi in cagnesco, staremmo davvero freschi.
E guarda che non si è trattato nemmeno di un episodio isolato: noi abbiamo parlato con Nicola e alla sua storia ci siamo attenuti, ma pare che di destinatario per l'esposto-troll ce ne fosse almeno un altro: un bar del centro.
Al punto che la tentazione di sostituire le tre iniziali di cui sopra, M.M.M, con un più pertinente F.D.P sarebbe fortina. Ma ce la teniamo per noi.
"occhio Nicò, ci sono gli agenti segreti..."
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