giovedì 1 novembre 2012

GUSTATUS 2012















Sappiamo benissimo che la complessità dell'organizzare un evento, specie un grande evento,  difficilmente trapela all'esterno, raramente è comprensibile a chi ne sta al di fuori. Questo per dire che non sindachiamo sui perchè e sui per come. Anzi, non sindachiamo affatto. Al più costatiamo.
Fatto sta che, complice una giornata miracolosamente soleggiata e tiepida (dopo la vera e propria alluvione del giorno prima), primaverile più che da Ognissanti, era una delizia aggirarsi per Orbetello e respirare un pò dell'atmosfera, dell'essenza di questo evento.
E sicuramente non eravamo i soli, anzi. Orbetellani, turisti, famiglie, gruppi di amici, coppie in vacanza grazie al ponte, stranieri. Ma nel Corso, nella piazza principale, nel cuore pulsante della città che ospita Gustatus non c'è praticamente niente.  Niente. 
Non solo: neppure oggi, giorno di festa, i negozi hanno compiuto il piccolo sforzo di rimanere aperti non-stop (non diciamo tutti i giorni, ma almeno i due giorni festivi). Non esiste "l'ora di pranzo" per un evento che punta i  riflettori sul mangiare, sul bere, sul degustare. Molti sono arrivati, usciti proprio per l'ora di pranzo, per assaggiare qualcosa all'enoteca, sgattaiolare tra gli stand e già che ci siamo fare due passi nel Corso e dare un'occhiata ai negozi. Che però erano chiusi. Alla faccia della crisi..
Ogni grande evento analogo ha il suo quartier generale, e va bene. Ma Gustatus non è così: Gustatus è in tutto il centro storico di Orbetello. Tutto. E allora perchè un Corso così disadorno, senza alcun tipo di attrattiva, di collegamento a quello che sta succedendo? Perchè una piazza Eroe dei 2 Mondi praticamente vuota? Ma solo noi ricordiamo il festosissimo caos attorno agli stand dislocati anche e soprattutto nella parte più centrale e nevralgica della città?
Non era bello? E allora perchè da così tanto a quasi niente nel giro di un paio d'anni o tre?
Per gli spettacoli? Ma su..
Tenere il centro così vuoto cinque giorni per la presentazione di un libro o un'ora di Niki Giustini non sta ne in cielo ne in terra.
Almeno secondo noi. Forse si poteva benissimo conciliare l'una e l'altra cosa, forse si poteva optare per un qualcosa a metà tra il tantissimo delle prime edizioni al quasi nulla di adesso. Perchè adesso, stando così la situazione bè, diciamocelo e diciamocelo in orbetellano: non si pò guardà.




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