lunedì 3 dicembre 2012

un bellissimo Natale al buio.


Sta per andarsene un anno niente male, in quanto a casini. In generale. E da noi, nel nostro comune,  pure il peggio. Con molta nostra gente che è finita nel fango fino ai ginocchi. E soprattutto nella merda fino al collo. 
Chi se lo sarebbe aspettato un anno fa, quando proprio in questi giorni cominciavamo ad augurare ed augurarci tutto il meglio per noi, per i nostri cari, per tutti, nell'anno che stava arrivando? C'erano i soliti imbecilli che  farneticavano sulle deliri gothic dei Maya, e cioè che questo sarebbe stato l'ultimo anno della nostra povera, incasinatissima umanità, e c'era chi diceva "quest'anno a Natale spendiamo poco che c'è la crisi". 
Non passavano per le strade col megafono a ricordartelo, ma insomma se avevi orecchi per intendere e se Studio Aperto non era l'unico momento di informazione quotidiana che ti concedevi, bene o male intuivi che la crisi avrebbe picchiato duro. 
Ma diciamocelo: mica in molti avevano capito quanto duro. Si parlava molto di sta crisi, ce ne riempivamo molto la bocca tra una fetta di pandoro mandorlato e una piattata di lasagne con porcini e besciamella, ma poi di fatto più o meno continuavamo un pò tutti a vivere come sempre, stesse usanze, stesse abitudini, stessi sfizi un pò cafoni, stesse piccole ostentazioni coattissime e stessa completissima parure Hello Kitty full optional per i bebè. 
E invece si è rivelato veramente rognoso, sto 2012. E naturalmente sappiamo benissimo che sta micragna non finirà dopodomani. 
Non so cosa avessero previsto i Maya. Di sicuro non avevano previsto un paese al tracollo grazie alle prodezze di una sequela di governi e  parlamenti che definiremmo incapaci solo perchè in vena di gentilezze, e parlamentari, consiglieri, sindaci, ministri, presidenti e presidentini ladri, intrallazzoni, lavativi, corrotti, ignoranti, viziosi e strafatti e chi più ne ha più ne metta tanto c'è posto.
Nè, ci sembra di capire, avevano previsto un'Italia con una situazione idrogeologica da far invidia al Bangladesh, che ormai finisce col culo a mollo a ogni acquazzone, figuriamoci co' sta roba di tempo impazzito grazie a decenni e decenni di "chi se ne frega del clima, intanto pappamo poi si vedrà". 
E un paese arrivato a essere così brutto da ritenere sabbia negli occhi, tifoseria avversaria chiunque si prendesse il disturbo di alzare il culo e combattere per un ambiente che poi è anche il tuo, tuo e dei tuoi figli. Che se proprio non fremi dalla voglia di sbatterti un minimo, abbi almeno la decenza di non rompere i coglioni all'ambientalismo sano e importante, e grazie al cielo ne abbiamo  un pò pure in Italia, pure nel paese dove sono riusciti a far finire in burletta il movimento dei Verdi, quello che altrove miete risultati dopo risultati, quell'ambientalismo che non è (e perchè mai dovrebbe esserlo) nè comunista, nè radical chic, ne alcuna di ste stronzate che ti fa credere chi evidentemente ha interesse a fartelo credere. Il paese dove per costruire e operare non tanto  fuori dalle regole ma proprio fuori dalla grazia di Dio è sufficiente corrompere o lasciarsi corrompere, a giorni alterni, e poi aspettare felici e beati la prossima sventagliata di condoni che, non ci prendiamo per il culo, andavano bene a tutti, oggi a te, domani a me, e chi s'è visto s'è visto.
E poi succede quello che succede. I miserabili di cui sopra sono ancora tutti lì che neppure si accontentano di ciucciare il ciucciabile finchè gli dura, ma hanno pure sufficiente faccia di tolla da continuare a imperversare sulle tv, sui giornali, sul web, a blaterare del nulla cosmico,  a scappare a gambe levate alla vista di uno delle Iene e a querelare la Gabbanelli un giorno si e l'altro pure che tanto a loro non li querela nessuno perchè si sono premurati di pararsi il culo in tutti i modi possibili, immaginabili e pure di più.  A decidere per loro, a fare il loro lavoro, il lavoro per il quale vengono profumatissimamente pagati,  c'è chi di certo non passa notti insonni per la sorte degli italiani sempre più poveri, sempre più indebitati, sempre più disoccupati, sempre più con le pezze al culo, e piuttosto si premura di non pestare i piedini a potentati, arcivescovati, banche, banchieri e banchetti che se tutta sta miseria non ce l'hanno sulla coscienza per intero poco ci manca.
E delle tragedie, delle catastrofi si piange un pò, se ne parla un pò, si aiuta un pò come si può e poi è un attimo, e tutto torna esattissimamente come prima: come ti permetti di chiedermi di smantellare il mio orticello abusivo brutto comunista di merda.
E allora mettiamola così, poveri orbetellani che ci vergognamo persino un pò (perchè siamo fatti così) di quanto sia dura far tornare i conti che tanto comunque non tornano proprio più, come la giri la giri; mettiamola così bella gente profanata e mortificata dal fango nel cuore e nella dignità più che nelle case e nelle cose.
Mettiamola che questo Natale con poche luci e pochi fronzoli ci sembrerà finalmente persino un pò più bello, un pò più caldo. Perchè i soldi che si spendevano per  i ninnoli e per i nannoli stavolta serviranno a altro.  A voi, soprattutto. Mettiamola che questo Natale meno illuminato ci servirà a riflettere su quanto questo scuro sia finalmente un pochino più rispettoso sia dello stato d'animo di molti sia di questo povero pianeta che non sa veramente più che cazzo inventarsi per farci capire che stop, abbiamo esagerato. 
Mettiamola che comprare quel pacco di pasta extra da destinare agli aiuti ci abbia fatto finalmente riflettere su quanto sia brutto, fuori luogo, cafonissimo e poco poco, ma veramente poco religioso tutto sto spreco, sto diluvio di quattrini spesi per regali brutti e inutili e  per porzioni esose destinate in gran quantità a finire nella pattumiera. 
Fa niente. Accenderemo qualche bella candela in più.
Ma mettiamola che, una volta scampati alle minchiate Maya, riusciremo finalmente a passare il Natale verosimilmente più vicino al vero spirito del Natale da decenni a questa parte.  
Tanti auguri. Che a sto giro fanno comodo. 






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