mercoledì 19 dicembre 2012

Claudia Della Verde: i giorni del fango


Volevamo parlarne, di questa bella pubblicazione. Volevamo segnalarvelo affinchè lo includeste nella vostra lista regali, dato che si tratta di un documento che un domani ci ricorderò di cosa ci è toccato vivere, affrontare in questo ahinoi indimenticabile 2012 che sta sfumando, un documento da mostrare ai propri figli e anche perchè sarebbe naturalmente un regalo utile: bello e utile, una volta tanto. E di sicuro di questi tempi spendere i soldi soprattutto in cose utili male non fà. E avremmo dovuto parlarvi del perchè è utile acquistarlo. Ma poi abbiamo deciso di non farlo, e  di chiedere a Claudia Della Verde di farlo, dato che lei il libro lo ha scritto, ideato, realizzato con gli altri tre nomi che vedete sulla copertina.
Claudia ci ha chiesto giusto il tempo per un rapido consulto con gli altri tre, e poi ecco cosa ci ha detto:
"Eccoci qua. Solo ieri ho avuto modo di incontrare "i fantastici 3" per decidere le sorti dei proventi del libricino, che andranno in parte alla Caritas diocesana, all'associazione “Albinia viva” ed alla soc. calcistica di Albinia. Questo per quanto riguarda le prime vendite, che consisterebbero nel versare un migliaio di euro per ciascuna di queste strutture o associazioni. Man mano che andremo avanti, però, le modalità di versamento dovrebbero cambiare: vorremmo intervenire direttamente comprando qualsiasi tipo di materiale utile alle famiglie alluvionate (che ne so lavatrici, frigoriferi o donazioni in denaro a chi si trova in una situazione particolarmente disagiata). Come fare per individuare chi abbia realmente necessità? Una prima opzione potrebbe essere quella di chiedere una lista al comune di Orbetello di tutte le persone che hanno subito un danno superiore agli altri, (tramite i moduli consegnati all'ente con cui viene richiesto un contributo). La seconda, tramite le associazioni operanti sul territorio e quelle di categoria: ho visto tra l'altro che sia Cia che Confagricoltura hanno stilato una graduatoria di tutte le piccolissime attività a conduzione familiare che sono state letteralmente asfaltate dall'alluvione. Terzo: il passaparola. Grazie ai volontari stessi che si sono recati sui luoghi per spalare il fango, ed hanno toccato con mano la disgrazia altrui, potremmo avere nomi di chi ha subito perdite sostanziose.
Ma torniamo al lavoro svolto...
Com'è nata l'idea di questa pubblicazione:
Come scritto nella prefazione, l'idea di creare un libro illustrato è partita non solo per cercare di dare una mano alle popolazioni alluvionate. L'intento è anche quello di cercare di fissare nella memoria collettiva quanto questa alluvione sia riuscita a tirare fuori il buono di un'intera comunità. L'auspicio è quello che questi scatti possano fornire uno spunto di riflessione sulla volontà umana e sul suo grande potere, quello di far risorgere dal fango un paese e la sua gente a seguito di una tragedia così grande...
Il libro contiene nove articoli (rispettivamente scritti a da me, Paolo e Viottorio) nei quali ognuno di noi riporta le proprie sensazioni su quanto vissuto: chi sulla propria pelle come Vittorio, la cui casa è stata completamente distrutta, e chi da cronista - comunque in apprensione per amici e parenti che stavano lì - intervenuta sul campo per raccontare quanto stava succedendo ad Albinia.
Si apre con le prime pagine dei quotidiani locali, un documento inedito per gli abitanti di Albinia che quel lunedì non li hanno ricevuti, per passare ad un focus su quanto di più rappresentativo ci sia stato nei famosi “giorni del fango” (titolo della pubblicazione): dalla chiesa come baluardo della solidarietà, alla silenziosa disponibilità dei giovani nel volontariato, ai racconti dei piccoli cronisti – i bambini dell'asilo che hanno fatto dei disegni da brivido sull'alluvione – alle attività produttive e, infine, ai fatti di cronaca nera ed al sentito “alfabeto della piena”, elaborato con la rabbia di chi in quei giorni non riusciva più ad intravedere un futuro per la propria famiglia.
Per il resto, abbiamo deciso, grazie ad Enzo Russo – va detto, ideatore nonché colui che ha dato il maggiore contributo a questa opera - di far parlare le immagini; mai come in questa occasione il linguaggio universale delle foto potrebbe meglio raccontare la forza di un paese e della sua gente.
Che altro, è stato un lavoro fatto con il cuore e con estrema velocità; in tre giorni abbiamo scritto tutto, altrimenti non sarebbe stato possibile farlo pubblicare in tempi brevi. In sunto, per citare una frase abbastanza rappresentativa de “i Giorni del fango”: “E' la sperana di una popolazione che ha preferito trattenere la rabbia per convertirla in energia positiva, quella che appare su questo libro, che è stata messa in ginocchio ma non al tappeto"

Grazie Claudia, buone feste.


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