martedì 4 ottobre 2011

erbette (allucinogene..)







A seguito di una proposta dell'assessore Baghini, si è aperto su alcuni social network un vero e proprio dibattito, neppure privo di una sua passionalità: i muri a disposizione dei writers (cioè, i muri DI ORBETELLO a disposizione dei writers, non le macerie del muro di Berlino) si o no? Dilemma vecchio come il cucco, che ha appassionato molti, da quando i murales hanno iniziato a apparire nelle grandi, degradatissime realtà urbane di mezzo mondo e da quando gli amministratori hanno cominciato a avversarli o a renderli gestibili e legali, a seconda delle proprie vedute a riguardo. Piuttosto genericamente possiamo ipotizzare una guerra senza tregua da parte di amministratori di destra e dintorni, e di un certo possibilismo della controparte. Ma è fresca fresca la dichiarazione di guerra del sindaco di Firenze Renzi che ha giurato tolleranza zero, per esempio, tanto perchè generalizzare è sempre un po cosi. Qui da noi le reazioni stizzite sono pero arrivate pronte e impuzzolite soprattutto dagli avversari politici dell'assessore. Quelli che poi magari s'incazzano se gli ricordi che i loro riferimenti artistico-culturali continueranno a essere Iva Zanicchi, Il Bagaglino e Lando Buzzanca, stando cosi le cose, ma che non esitano un solo istante a schierarsi con quelli che nella storia hanno visto il diavolo nei Beatles e in Lucio Battisti, in Pasolini e Warhol, salvo poi essere seppelliti da qualche milione di risate dalla storia stessa. Perchè, a prescindere da quale sia l'opinione di ciascuno a riguardo, va da se che i murales sono costume, sono un segno dei tempi, sono la firma di una generazione che non perdiamo occasione di snobbare, di non decriptare, come se non lo meritasse: i murales erano l'arte di Keith Haring, e sta proposta puo eccome avere un suo perchè, e di conseguenza andrebbe discussa senza soprassalti di stuporone e anatemi mistico-urbanistici. Tutto sta al criterio, al buon senso e, non ultimo, alle capacità di chi sarebbe chiamato a supervisionare una operazione del genere. Se altrove si è optato per una soluzione o l'altra, vuol dire che se ne è parlato, che l'argomento è percio una cosa seria, non una "cazzata" con i "maniaci" della bomboletta ai quali sarebbe affidata la sorte prossimo-ventura dei nostri sfigatissimi beni architettonico-monumentali. Non riesco a credere neppure sforzandomi che Baghini volesse autorizzare l'imbrattamento selvaggio delle pareti, che so, del duomo di Orbetello. Piuttosto qualche edificio magari funzionale ma esteticamente aberrante (tipo le scuole che ho voluto fotografare), che da una simile operazione di re-styling avrebbero solo da guadagnare. In tempi non sospetti, prima della proposta Baghini, dovendo scegliere un'immagine simbolo della Orbetello di oggi per la testata di questo blog, non ho esitato un solo istante a scegliere quella che tutti vedete lassu a inizio pagina, perchè bella, moderna e realizzata dagli orbetellani di domani. Non provo istintiva simpatia per quelli che vanno a caccia, armati di cellulari e fotocamere, di ciuffetti d'erba incolta ai bordi delle strade per poi starnazzare allo scandalo su facebook: è pura strumentalizzazione e nemmeno di quelle intelligenti. L' abbiamo vista tutti Orbetello sepolta dall'erbacce sotto ogni tipo di amministrazione, salvo nei mesi immediatamente precedenti alle elezioni. Pechè allora non girare armati di pallottoliere per contare i posti di lavoro che da anni e anni e anni non aumentano di una singola unità? Altro che erbette. Questo secondo me è essere in cattiva fede. Altrimenti si esprimerebbe un opinione serena pro o contro questa o quella proposta, senza parlare di "maniaci". I maniaci non sono i ragazzi delle medie che hanno realizzato, dopo un lungo e importante lavoro di ideazione e progettazione (e i writers lavorano solo cosi) le cose bellissime che vedete in queste foto. I maniaci, cari ragazzi delle medie, stanno altrove. Qulche chilometro piu a sud. E questo si è indecoroso. Non l'erbette. Né i murales. D.I.

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